La Nuova Sardegna

Scanu: l’apertura del Mater una vittoria per la Sardegna

Scanu: l’apertura del Mater una vittoria per la Sardegna

L’ex deputato del Pd: «Non c’è mai stata contrapposizione tra pubblico e privato Questa è la prima fase, l’obiettivo finale sarà il polo scientifico e di ricerca»

19 novembre 2018
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SASSARI. Il pater del Mater non si lascia travolgere dal misticismo ottimista. L’annuncio dell’apertura in due fasi, ambulatori dai primi di dicembre e ospedale da marzo viene festeggiato con moderazione da Gian Piero Scanu. L’ex parlamentare Pd che in questi anni ha preso per mano l’incompiuta di Don Verzè ed è riuscito a portarla quasi al taglio del nastro non è stupito. «In tutti questi anni abbiamo lavorato per questo risultato – spiega Scanu –. Ora il Mater diventa realtà ed è una vittoria per tutta la Sardegna, non solo per Olbia, come qualcuno vorrebbe far credere. Ma questa è solo la prima fase. Ce ne sono altre due che devono essere completate». Il business plan prevede non solo la creazione di un centro di ricerca all’avanguardia, ma anche un polo internazionale che all’avanguardia nella biomedicina. «Sarà questo il punto di arrivo», continua senza indugi Scanu.

«In questi anni c’è stato il continuo sforzo perché sanità pubblica e privata andassero di pari passo verso l’integrazione. Con una preferenza per quella pubblica, come è chiaro e doveroso. E secondo me sul Mater non c’è mai stata contrapposizione col pubblico. Per prima cosa attraverso l’accreditamento vengono pagate prestazioni rese per conto e per mano del pubblico. Non c’è contrapposizione, ma sostegno». Scanu ricorda anche la genesi dell’ospedale. «È nato 30 anni fa quando la tutela della salute in Gallura era quasi inesistente. L’ex assessore Nerina Dirindin l’aveva definita da terzo mondo. E ancora oggi la Gallura è indietro nei numeri rispetto alla popolazione per quello che riguarda i posti letto. Per decenni la Sardegna ha alimentato la migrazione passiva. Chi deve lasciare l’isola per andarsi a curare in altre regioni. Un dato che è ancora a nostro sfavore».

Scanu conferma i passi annunciati dal presidente della Fondazione Gemelli, Giovanni Raimondi, nell’intervista esclusiva alla Nuova Sardegna. Ambulatori aperti a dicembre, e reparti a marzo. «È il programma che era stato prestabilito in questi ultimi mesi e sono certo che verrà rispettato. Questo è il primo passo. Creare un ospedale di eccellenza. Ma il termine di paragone è nazionale e internazionale. Nell’accordo è previsto che il Mater deve incidere sulla sanità sarda come centro di altissima eccellenza. Tale da impedire la migrazione passiva. E al contrario diventare un polo di attrazione per chi ha patologie complesse da curare. In poche parole non solo i sardi non dovranno più andare in altre regioni, ma saranno gli altri a scegliere la Sardegna. Oggi l’isola paga 60 milioni di euro all’anno per cure sanitarie fuori regione. L’obiettivo è invertire questi numeri. Ma è solo il primo passo del progetto originario. Accanto all’ospedale all’avanguardia dovrà marciare un istituto scientifico di ricerca. L’accordo era stato sottoscritto sia con la giunta Cappellacci, sia con quella Pigliaru. Il Mater deve diventare un magnete capace di attirare altri gruppi. L’obiettivo finale è far nascere un polo scientifico e di ricerca. Una strategia che è già in atto. Qatar foundation e Gemelli hanno attivato partnership con università americane, e non solo». (l.roj)

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