La Nuova Sardegna

Un milione e mezzo di euro per l’apicoltura

Un milione e mezzo di euro per l’apicoltura

Delibera della Giunta. Caria: «Settore importante per economia e gestione sostenibile del territorio»

20 novembre 2018
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CAGLIARI. Mai così gradito dal settore, che negli ultimi due anni ha fatto registrare un forte calo della produzione di miele, lo stanziamento di 1,5 milioni di euro che la Giunta regionale ha deciso di destinare agli aiuti per il comparto apistico. La proposta è dell’assessore dell’agricoltura, Pier Luigi Caria e le risorse saranno erogate nel triennio 2018-2020 con una disposizione di 500mila euro ad annualità. L’intervento punta al miglioramento strutturale delle aziende apicole sarde. Possono accedere al programma le piccole e medie imprese che abbiano una dimensione aziendale non inferiore a 25 alveari. Non è quindi collegato al calo produttivo anche del 50 per cento legato alla siccità nel 2017 e alle alte temperature nell’annata in corso, che hanno messo in crisi da un lato le esigenze di termoregolazione degli alveari con gli insetti costretti a diminuire l’attività; e dall’altro hanno favorito le malattie.

Il contributo massimo per azienda è di 25mila euro per lesingole, sale a 50mila per quelle che si presentano in forma associata. L’intensità degli aiuti non può superare il 40% dei costi ammissibili a contributo. L’aliquota potrà raggiungere il 60% per le aziende ricadenti in zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici e per i giovani agricoltori o per quelli che si sono insediati nei cinque anni precedenti la domanda di aiuto.

Sono ammissibili a finanziamento le spese sostenute dopo la presentazione della domanda per i seguenti investimenti: acquisto di macchinari, arnie, mezzi di trasporto e attrezzature, compresi mezzi di trasporto e attrezzature idonei alla movimentazione degli alveari. Sono inoltre ammissibili la realizzazione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture idonee a esercitare l’attività. Nel caso di aziende che praticano il nomadismo, l’acquisto di arnie è riservato a quelle che posseggono almeno 50 alveari registrati nella Banca dati apistica. Sono esclusi dagli aiuti: l’acquisto di alveari, pacchi d'api e api regine; l’acquisto di dotazioni usate; gli investimenti di mera sostituzione.

«L’obiettivo è incentivare e migliorare l'allevamento apistico per la salvaguardia dell'ape italiana e delle api autoctone tipiche, e la pratica del nomadismo – spiega Caria – . Questo settore riveste grande importanza nell’agricoltura regionale, non solo per l’attività economica che ne deriva, ma anche perché la presenza delle api assicura l’impollinazione e quindi la produzione delle diverse specie vegetali. L’apicoltura rappresenta quindi un indispensabile contributo per il mantenimento dell’equilibrio biologico».

Il titolare dell’assessorato all’agricoltura ricorda che «la delibera approvata incrementa un altro fondo, da quasi 200mila euro, già disponibile e sempre destinato al comparto apistico il cui bando, tuttora in corso, scadrà il prossimo 30 novembre». (a.palm.)



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