La Nuova Sardegna

Droga e prostituzione smantellato clan nigeriano

di Luciano Onnis
Droga e prostituzione smantellato clan nigeriano

Cagliari, 21 le persone fermate. Tra le accuse anche la tratta di esseri umani

22 novembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. L’associazione di stampo mafioso nigeriana Supreme Eiye Confraternity, definita internazionalmente la Quinta Mafia, aveva messo radici anche a Cagliari con una cellula tutta sarda, dedita allo spaccio di cocaina ed eroina, tratta di esseri umani, induzione alla prostituzione e altri reati connessi. Una struttura piramidale complessa che è stata smantellata l’altra notte dalla squadra mobile della questura di Cagliari con la sezione Prevenzione crimini e il coordinamento della Dda della procura del capoluogo isolano. Ventuno i decreti di fermo eseguiti dalla Mobile (fra cui due donne) a Cagliari e nell’hinterland, uno nell’aeroporto di Fertilia dove l’indagato stava cercando di prendere un aereo per fuggire, qualcuno nella penisola a Como e Castelvolturno in Campania. I decreti di fermo erano in realtà ventisette, ma sei dei destinatari non sono stati rintracciati per tempo e vengono tutt’ora ricercati nel territorio nazionale. L’impressione è che il blitz sia stato anticipato di qualche giorno per timore che qualcuno dei soggetti da fermare prendesse il largo o per esigenze superiori giunte dal Viminale. Complessivamente gli indagati sono 36.

Le indagini. Il sodalizio di stampo mafioso, ribattezzato Calypso Nest, era finito dal 2017 nel mirino della squadra mobile cagliaritana, diretta dal capo Marco Basile, e in particolare della sezione Prevenzione Crimini coordinata da Davide Carboni. La base operativa era stata individuata in un capannone in territorio di Selargius, località Sa Musciuridda, a pochi chilometri da Cagliari, dove gli investigatori sono riusciti a piazzare micro videocamere e strumenti di intercettazioni ambientali. L’attività della cosca è così pian piano emersa in tutte le sue sfaccettature. Nel capannone si tenevano generalmente i “general meeting” della cellula sarda, in cui tutti i componenti erano inquadrati in un organigramma con distinzione dei ruoli e degli incarichi ricoperti da ciascun affiliato.

L’organizzazione. Il capo della cellula sarda, che si avvaleva del titolo di Flying Ibaka, era il 41enne Driss Amhed, supportato dall’Ostrich (lo struzzo,Clement Eimiebo,33enne), il Dove (la colomba, Moses Earon, 39) e dal comitato esecutivo di otto membri (Exco), a capo del quale c’era il flight commandant che coordinava a sua volta i “soldati” dell’organizzazione, chiamati birds e airlords. A gestire il traffico di cocaina ed eroina (la polizia ne ha recuperati quasi 8 chili nel corso delle indagini) era Kenneth Chiejenne Lazarus, 48enne residente a Maracalagonis, che con il concorso di altri connazionali praticava l’importazione dello stupefacente con il sistema degli “ovulatori”, con la mediazione di altri connazionali residenti a Como e Castelvolturno (Napoli). Alla tratta delle giovani nigeriane da avviare alla prostituzione le connazionali giunte a Cagliari dietro false promesse di lavoro, erano due donne residenti a Decimomannu, Loveth Enogieru e Edith Ehimwenma, di 44 e 27 anni.

Complimenti da Salvini. Apprezzamento per l’operazione condotta dalla Mobile è stato espresso, oltre che dal questore di Cagliari, Pierluigi D’angelo ("Un successo di squadra, bravi tutti"), dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. «La polizia ha colpito la mafia nigeriana che spopolava nel Cagliaritano – ha detto il ministro -. Grazie alle forze dell’ordine: nessuna tolleranza per chi porta la guerra in casa nostra. Sarò domani e dopo (oggi ndr) in Sardegna per ricordare ai delinquenti che la pacchia è finita».

In Primo Piano
Il dossier

Intimidazioni agli amministratori: nell’isola casi aumentati del 20 per cento

di Andrea Massidda
Le nostre iniziative