La Nuova Sardegna

Elezioni regionali 2019, Matteo Salvini: «Non faccio nomi. I sondaggi sono ottimi»

Alessandro Pirina
Elezioni regionali 2019, Matteo Salvini: «Non faccio nomi. I sondaggi sono ottimi»

La designazione di Christian Solinas rimandata al prossimo tavolo del centrodestra

24 novembre 2018
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CAGLIARI. Affisso al muro della sede del Psd’Az c’è un vecchio manifesto con l’elenco degli «ingordi invasori». Si parte dai fenici e si arriva agli americani, passando per romani, spagnoli e pisani. «Il più subdolo e insidioso che mira alla definitiva sconfitta dei sardi – così recita l’ingiallita locandina sardista – è però il ministro italiano». Era un’altra epoca. Oggi il ministro italiano non solo non è più nemico ma è il più stretto alleato, tanto da venire accolto con tutti gli onori in quella stessa sala in cui resiste il vecchio poster. Un sodalizio sempre più forte, quello tra Psd’Az e Lega. Anche se, malgrado tutti ne fossero certi, Matteo Salvini non ha annunciato la candidatura di Christian Solinas. Nessun passo indietro, solo tattica. Il segretario sardista sarà il leader del centrodestra, la comunicazione ufficiale è stata solo rimandata di qualche giorno. L’investitura da parte del leader leghista non piaceva agli alleati, ma forse lo stesso Salvini temeva l’effetto boomerang. Tanto che dopo Olbia e Nuoro anche a Cagliari ha ribadito la sua posizione. «Deluderò chi pensa che porterò in dote il candidato governatore, visto che non arriva indicato né da Milano né da Roma, ma verrà espresso da Cagliari e dalla Sardegna – ha dichiarato il ministro –. Io ritornerò solo per avallare scelte prese dai sardi e per i sardi. Sono convinto che possa nascere una buona squadra, ho chiesto agli amici del tavolo di centrodestra di scommettere sul futuro». Un futuro che tutti sanno che fa rima con Solinas. «Sto apprezzando Christian in questi mesi per la sua attività parlamentare, ma da me non avrete una parola di più». Così il leader della Lega ha troncato il discorso sulla pratica leadership, che forse verrà chiusa tra oggi e domani alla Fiera al congresso del Psd’Az oppure ai primi di dicembre in un altro tavolo convocato dalla coalizione.

Alle suppletive con Fi. Perché una cosa è certa. Anche se a Roma la Lega siede al governo con il Movimento 5 stelle, in Sardegna gli alleati sono Forza Italia e il resto del centrodestra. Una grande coalizione di 11 sigle che punta a conquistare la Regione. Ma non solo. A gennaio nel collegio di Cagliari si voterà per le suppletive del seggio alla Camera rimasto vacante dopo le dimissioni dell’ex 5 stelle Andrea Mura. Un piccolo test elettorale, il primo dopo la nascita del governo gialloverde. Ma M5s e Lega alle urne saranno avversari. Salvini ha confermato ieri a Cagliari che si presenteranno con il centrodestra. Da vedere se con un candidato targato Lega-Psd’Az, e dunque destinato a entrare nella maggioranza, o più probabilmente con uno di Forza Italia, eletto dunque per rafforzare le file dell’opposizione. Effetti delle strane alchimie politiche di ultima generazione.

Rapporto col M5s. Anche a Cagliari Salvini ha ribadito il suo impegno a tenere fede al contratto di governo. Ma ha sottolineato le diversità con il Movimento. «Il discorso delle infrastrutture ci differenzia dai nostri alleati di governo del M5s con i quali sono comunque orgoglioso di amministrare questo Paese da cinque mesi. L'Italia e la Sardegna hanno bisogno di sì e di andare avanti e non di tornare indietro. Hanno bisogno di energia, di metano, di collegamenti telefonici». Più soft il distinguo sulle regionali, dove l’avversario numero uno resta la sinistra. «L’aria di cambiamento che si respira in Sardegna è evidente. La sinistra ha fallito e, da quello che dicono i sardi, altre forme di cambiamento non hanno esperienza per governare».

Sondaggi. Non resta, dunque, che il centrodestra. E via con l’elenco degli argomenti della campagna elettorale: sanità, trasporti, infrastrutture, agricoltura, turismo. A Cagliari il tema migranti è stato accantonato: era una conferenza stampa ed evidentemente sui giornalisti fa meno presa. Di certo, come ha detto il giorno prima a Olbia e Nuoro, Salvini non è convinto di vincere, ma di stravincere. «Non campo a pane e sondaggi, ma ne abbiamo fatto uno a livello regionale che resta chiuso nel mio telefonino e che è assolutamente insperato e incredibile».

Bagni di folla. La due giorni di Salvini in Sardegna ha fatto capire che la Lega ha messo radici nell’isola. E che il ministro dell’Interno è una sorta di idolo di giovani e meno giovani. Anche a Cagliari - ma anche a Villasimius, dove ha consegnato un immobile confiscato alla mafia, e Capoterra, dove ha visitato le zone colpite dalla alluvione - ad accoglierlo centinaia di persone. Tutti in coda per toccarlo, parlargli, farsi un selfie. «Molla Berlusconi», gli ha urlato in faccia un supporter. Lui ha incassato e ha continuato a stringere mani. Non sono mancate le contestazioni. Come a Olbia, Nuoro, Tortolì fischi, cori e cartelli. Una protesta a cui un gruppo di fan del leader leghista ha risposto con altri cori, fischi e qualche saluto romano di troppo.

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