La Nuova Sardegna

Campo progressista apre al Pds: sì alla nazione

Campo progressista apre al Pds: sì alla nazione

Dal partito di Zedda segnale a Maninchedda: uniamo tutte le forze democratiche e autonomiste

28 novembre 2018
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CAGLIARI. L’obiettivo di Massimo Zedda è quello di trasformare la sua coalizione in un ampio campo progressista che raccolga tutte le forze che non si riconoscono nel centrodestra e nel Movimento 5 stelle. Il sindaco di Cagliari ritenta nell’isola l’esperimento fallito a livello nazionale da Giuliano Pisapia. In questa battaglia il suo primo alleato è appunto il Campo progressista sardo, che è il partito di cui lui è espressione, con al timone l’ex senatore Luciano Uras, che fino all’ultimo, annuncia, tenterà il possibile per mettere su un’alleanza la più larga possibile. Di qui l’apertura al Partito dei sardi di Paolo Maninchedda e alla sua battaglia per la nazione sarda. «Campo Progressista Sardegna non smetterà di perseguire l’unità delle forze democratiche, progressiste, di sinistra, indipendentiste e autonomiste – si legge in una nota del partito –. Non smetterà, neppure per un attimo, di rivendicare per il popolo sardo il diritto di riconoscersi anche come Nazione. Al contempo non rinuncerà alla battaglia politica per i diritti di tutte e tutti, oltre le differenze, verso una società capace di raccogliere in se la relazione positiva e pacifica tra appartenenti ad etnie e culture diverse, tra credenti e laici, promuovendo l’’inclusione sociale. Da subito al “lavoro”, per la libertà, la giustizia sociale, contro ogni povertà, discriminazione ed emarginazione».

Campo progressista loda la disponibilità di Zedda a guidare la coalizione, annunciata sabato a Milis davanti a un’affollata assemblea di sindaci. « Un impegno verso gli altri. Verso le tante donne, i tanti giovani e meno giovani che guardano con speranza al futuro del popolo sardo. Un futuro molto diverso da questo presente. In Sardegna, le madri e i padri per le loro figlie e i loro figli chiedono la dignità di un lavoro, la possibilità economica di studiare e completare con profitto la propria istruzione, di crescere socialmente e di poter programmare liberamente la propria vita. Noi – conclude la nota – vogliamo partecipare attivamente allo “sviluppo” della nostra comunità, a crescere con una nuova economia socialmente ed ecologicamente sostenibile». (al.pi.)

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