La Nuova Sardegna

Donne vittime di violenza dalla giunta 1,5 milioni

di Silvia Sanna
Donne vittime di violenza dalla giunta 1,5 milioni

Andranno ai centri e alle case d’accoglienza: spiraglio anche per Macomer

28 novembre 2018
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SASSARI. La rete si allarga perché cresce il numero di donne che chiedono aiuto. Bussano alla porta dei centri antiviolenza, raccontano storie di disperazione, cercano una mano che le aiuti a rivedere la luce. Molte sono in fuga, hanno paura e bisogno di protezione: la troveranno nelle case di accoglienza, oasi di serenità per provare a gettarsi alle spalle l’inferno in cui spesso sono precipitate insieme ai figli. Aiutare queste donne, queste famiglie in difficoltà, è la missione di chi gestisce i centri e le case per le vittime di violenza: sono rispettivamente 8 e 5 le strutture inserite nella rete regionale che ricevono annualmente i contributi per portare avanti la loro attività. Ma ce ne sono altre che operano extra circuito e hanno bisogno di essere supportate. Come la Casa delle donne di Macomer: aperta poco meno di un anno fa e già costretto alla chiusura per l’assenza di fondi, come denunciato ieri sulla Nuova. Ma la svolta potrebbe essere imminente: la giunta regionale ha infatti deliberato lo stanziamento delle risorse destinate anche alle strutture extra rete altrimenti prive di paracadute.

Le risorse. Sono due le delibere approvate dalla giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità Luigi Arru. Complessivamente prevedono lo stanziamento di 1milione 515 mila euro a favore di Centri antiviolenza e case d’accoglienza. La prima delibera riguarda le strutture che già fanno parte del circuito regionale: come nel 2017, riceveranno 1 milione di euro. I fondi saranno così suddivisi: il 70% sarà destinato alle Case di accoglienza e il restante 30% ai Centri antiviolenza che mediamente riceveranno circa 45mila euro. Per la prima volta la gestione dei centri assistenza del Medio Campidano e del Sulcis Iglesiente saranno direttamente gestiti dai Plus di Sanluri e di Carbonia, accogliendo così le richieste dei due territori. In entrambi i casi verranno finanziati un Centro antiviolenza e uno Sportello operativo ad esso collegato. La seconda delibera invece riguarda la ripartizione dei fondi ministeriali a destinazione vincolata per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità: si tratta di circa 515mila euro. Qui entra in gioco la Casa delle donne di Macomer: 177mila euro serviranno infatti per l’istituzione di nuovi Centri antiviolenza e nuove case rifugio da individuare attraverso procedure di evidenza pubblica. L’avviso sarà pubblicato entro l’anno, assicura la giunta regionale: in questo modo le strutture che operano in maniera autonoma potranno entrare a fare parte del circuito regionale. All’interno del pacchetto di fondi nazionali ci sono altri 338mila euro che saranno così suddivisi: 33.196 quale finanziamento aggiuntivo agli interventi regionali già operativi; 152.350 per il finanziamento dei Centri antiviolenza pubblici e privati già esistenti sul territorio regionale; 152.350 euro per il finanziamento delle case rifugio già esistenti. C’è poi una quota di risorse residue, circa 77mila euro non utilizzati nel 2017: andranno ai Centri antiviolenza già esistenti e 10mila euro quale finanziamento aggiuntivo agli interventi regionali già operativi.

Una nuova vita. Ricominciare dopo avere subito abusi e violenze sessuali: c’è un piano per sostenere le vittime e prevede risorse pari a 384mila800 euro. «Andranno a favore di progetti per l’autonomia abitativa e l’inserimento lavorativo», spiega l’assessore Luigi Arru. Una chance per guardare avanti.

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