La Nuova Sardegna

Gli studenti dell’Azuni a lezione di formaggio

di Giovanni Dessole
Gli studenti dell’Azuni a lezione di formaggio

Gli alunni del liceo di Sassari hanno visitato l’industria casearia Pinna di Thiesi Gli imprenditori: per le aziende è fondamentale l’incontro con i ragazzi

28 novembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





THIESI. Parola d’ordine: opportunità. Va in scena a Thiesi, sede dello stabilimento della Fratelli Pinna industria casearia, il primo incontro scuola/partner della seconda edizione del progetto La Nuova@Scuola. Protagonisti i ragazzi della quarta D del Liceo Azuni di Sassari – accompagnati dalla professoressa Maria Deiana e dal professor Gian Piero Farena -, graditi ospiti della famiglia Pinna, rappresentata per l’occasione da Giommaria e Paolo Pinna, titolari dell’azienda leader di settore che nel 2019 festeggerà i 100 anni di attività. Studenti e imprenditori colgono l’opportunità e si incontrano all'ombra del progetto, grazie all’iniziativa della Nuova Sardegna che nelle prossime settimane darà vita a ulteriori momenti di scambio e confronto fra partner e scuole. All’incontro partecipano anche le dottoresse Vanna Meloni e Cristina Ranchetti dell’università di Sassari, altra fondamentale componente del progetto. Quella allo stabilimento di Thiesi è più che una semplice gita scolastica: è una reale opportunità di scoperta d’un mondo, quello dell’impresa, che passando per il percorso universitario rappresenta l’auspicato e possibile domani dei ragazzi. È Giommaria Pinna ad accogliere i ragazzi. Il racconto parte da lontano e arriva sino al presente, panoramica fra storia di famiglia e innovazione, impegno produttivo e realizzazione. Una necessaria parentesi sulle norme di sicurezza, la “vestizione” e via in un affascinante viaggio fra macchinari all’avanguardia, tradizione e formaggi di ogni forma accompagnati da una guida d’eccezione, Giuliano Pinna già laureato in agraria all’università di Sassari. È lui a spiegare agli studenti le caratteristiche del latte e i processi di lavorazione del pecorino romano e sardo, della linea senza lattosio, del noto Brigante e della ricotta. «Per arrivare agli standard richiesti ci sottoponiamo ad un miglioramento continuo. Al momento siamo concentrati sul sistema informatico e su nuovi macchinari nella linea di produzione dei formaggi duri che entreranno in funzione questo fine settimana. Si lavora 365 giorni l’anno, in alcuni reparti 24 ore su 24. Il processo innovativo è importante, ma nonostante l’automazione la componente umana non manca ma richiede sempre più specializzazione». In un’azienda moderna si richiedono competenze specifiche, servono ingegneri, informatici, meccanici specializzati. Ma fondamentale è anche il marketing, che aiuta a recepire le esigenze del cliente e modulare la produzione e raccontarla. Una ragazza si avvicina alla professoressa Deiana e la saluta, era una sua ex alunna e oggi lavora alla F.lli Pinna: il messaggio arriva dritto ai destinatari. Prima tappa il laboratorio analisi, poi si entra nel cuore dello stabilimento. Il rumore di fondo dà il senso della piena operatività, fioccano le spiegazioni, i ragazzi non perdono il filo e curiosi sbirciano fra macchinari per la lavorazione dei formaggi molli, duri e guardano con stupore e appetito le grandi vasche in cui si produce la ricotta in un ambiente che una ragazza definisce «un paradiso». Nelle enormi celle la quarta D rimane a bocca aperta davanti alla muraglia di formaggi che si presenta allo sguardo, e dopo una breve lezione di “Romano” (pecorino) la visita si conclude nel reparto confezionamento. «Felici di avervi avuto nostri ospiti e felici di aver accettato di partecipare al progetto La Nuova@Scuola – afferma Giommaria Pinna -. Importanti i momenti di incontro fra la scuola e il mondo del lavoro, ma importante anche l’opportunità di poter leggere il giornale in classe: aiuta a formare lo spirito critico di voi ragazzi». «Mi auguro possiate diventar buoni profeti di quel che il nostro territorio propone» dice Paolo Pinna, cui dopo l’intervento del professor Farena («I nostri studenti sono una preziosa risorsa, per la scuola, l’università e il mondo del lavoro») fa eco Vanna Meloni, di Uniss: «Questo incontro dà fiducia a tutti noi, ci dice che la Sardegna non è un posto da abbandonare per forza. L’università di Sassari offre diverse opportunità di formazione a riguardo». I ragazzi testano la qualità dei prodotti in un momento di degustazione finale. Buona la prima, sotto con il prossimo incontro.

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative