La Nuova Sardegna

In 5 al ballottaggio ma i veleni del voto infiammano la base

di Claudio Zoccheddu
In 5 al ballottaggio ma i veleni del voto infiammano la base

Al primo turno hanno espresso la preferenza in 1435 Ma tra gli iscritti si parla più degli esclusi che di chi ha vinto

28 novembre 2018
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SASSARI. Il candidato del Movimento 5 stelle alla presidenza della Regione sarà uno tra Marcello Cherchi, Francesco Desogus, Donato Forcillo, Gianluca Mandas e Anna Sulis. Sono loro i fantastici 5 scelti dai 1435 votanti che hanno espresso la propria preferenza sulla piattaforma Rousseau durante il primo turno delle Regionarie bis, concluso lunedì alle 22 e consumato interamente sul web, come impone la filosofia del Movimento. Il ballottaggio, forse già questa settimana, sembra l’ultimo dei pensieri per i grillini sardi. A tenere banco, infatti, sono le polemiche sempre più accese che sembrano aver segnato una profonda divisione che parte dalla base dei 5 stelle.

Gli esclusi. La bufera è iniziata all’apertura dei seggi virtuali e non accenna a placarsi. Molti attivisti grillini sono caduti dalla sedia quando hanno scoperto che tra i 26 candidati alle Regionarie bis non c’era uno dei favoriti, il docente universitario Luca Piras che alle votazioni di luglio – quelle che avevano sorriso all’ex sindaco di Assemini Mario Puddu, poi condannato in primo grado per abuso d’ufficio e quindi automaticamente escluso come impongono le regole dei 5 stelle – era arrivato secondo. I primi malumori erano stati palesati dagli attivisti già quando era stata organizzata una nuova votazione perché molti davano per scontata la candidatura del secondo classificato dietro Puddu, ovvero Luca Piras. Dai piani alti del Movimenrto era arrivata la decisione di ripetere il voto a cui, però, Piras non è stato ammesso. E con lui è stato epurato anche Graziano Porcu, consigliere comunale di Alghero. Motivo? Ufficialmente nessuno anche se si è fatta largo l’ipotesi che Piras avesse sottoscritto un accordo preelettorale. Un’ipotesi subito smentita dal diretto interessato.

La replica. «Ho operato con lealtà e nel pieno rispetto delle regole che ho sempre condiviso e che continuerò a difendere – ha commentato Luca Piras –. La mia esclusione dal voto ha un evidente significato politico ma tratterò con estrema puntigliosità qualunque espressione finalizzata a mettere in discussione, anche solo con maliziosi sottintesi, la mia onorabilità». Tra lo staff del Movimento e il candidato escluso non c’è stato alcun chiarimento: «Non ho ricevuto comunicazioni specificatamente riferita alla mia esclusione, né motivazione documentata come prevede lo statuto – aggiunge Piras prima di affondare il colpo –. Penso ancora che quando un movimento politico va contro la volontà espressa dei propri militanti, per perseguire non meglio identificati interessi superiori, finisce per perdere fatalmente il contatto coi propri valori fondanti e mette a rischio la sua stessa sopravvivenza».

Le reazioni. Piras è stato letteralmente travolto da un mare di solidarietà sui social e non è un aspetto marginale dato che per il Movimento la politica è un affare che si consuma soprattutto on line. Tra i sostenitori di Piras ci sono anche alcuni volti noti del Movimento, perlomeno in Sardegna. Antonietta Martinez, candidata sindaco dei 5 stelle alle amministrative per il comune di Cagliari, è tra i tantissimi che hanno commentato le esternazioni di Piras: «Questa riflessione conferma la stima nei tuoi confronti» , ha scritto. Anche Patrizia Cadau, candidata sindaco dei 5 stelle a Oristano e consigliere comunale in carica ha fatto sentire il suo sostegno al candidato escluso: «Non ci vuole molto a capire che il tuo essere non manipolabile non poteva piacere a chi della manipolazione e arroganza senza alcun merito o talento, ne ha fatto carriera miracolata e immeritata. Mi è stato detto che bisognava ridare voce ai mille che si erano sbagliati votando per un candidato rinviato a giudizio, quindi non candidabile, e poi condannato. Mi chiedo perché invece a noi che avevamo scelto un candidato di spessore, incensurato e assolutamente candidabile, invece, non sia stata data la stessa possibilità». Insomma, sono molti gli attivisti convinti che le scelte dello “staff” siano in realtà un autogol per le speranze elettorali dei 5 stelle.

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