La Nuova Sardegna

Election day più lontano, serve l’accordo politico

Election day più lontano, serve l’accordo politico

Impossibile votare per le regionali il 20 gennaio: non c’è il bando per le schede. L’unica strada per l’accorpamento: una richiesta ufficiale di Pigliaru al governo

29 novembre 2018
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CAGLIARI. L’election day rischia di diventare il nuovo tormentone che accompagnerà le coalizioni nelle prossime settimane. Nulla di ufficiale per ora, ma la strada per arrivare all’election day è sempre più stretta. La struttura del ministero dell’Interno ha spiegato che da un punto di vista delle norme è impossibile andare oltre il 27 gennaio. Data ultima per votare per le suppletive. E ha detto che solo la Regione potrebbe anticipare la data del voto, già fissata in modo informale al 24 febbraio, fino alla fine di gennaio.

Ma a burocrazia la Regione risponde con burocrazia. Perché anche in questo caso c’è un impossibilità materiale ad anticipare il voto. Al di là della folle corsa che dovrebbero fare le coalizioni con la presentazione di liste e candidati. Per votare servono le schede. Per stamparle serve un bando. Che deve passare sotto la griglia stretta dell’anticorruzione. Tempi tecnici che rendono impossibile anticipare il voto al 20 gennaio. Non ci sarebbero le schede.

La lettera. L’unica speranza è in un accordo politico. E pare, ma anche qua mancano conferme ufficiali, che Pigliaru rifletta se scrivere una lettera al governo in cui si chiede la modifica della norma per consentire di fare l’election day il 24 febbraio. Via complicata, ma l’unica che sembra essere rimasta ancora aperta.

Centrosinistra. Nel centrosinistra non si discute solo di election day, ma c’è anche il dialogo aperto su candidature e alleanze.

Sabato mattina ci sarà a Tramatza il primo contatto tra il Pd e Massimo Zedda.

Il Pd chiude la conferenza programmatica, una serie di date in cui si ascolta il territorio per mettere insieme il programma. E a Tramatza si incontreranno Francesco Pigliaru e Massimo Zedda. Un faccia a faccia che servirà al sindaco scelto dai sindaci per convincere tutto il Pd a sostenere la sua candidatura.

Pds. Nel frattempo si lavora anche all’allargamento della coalizione. Ma le distanze con il Partito dei sardi sembrano essere aumentate. Il Pds va avanti con le Primarias, il Pd non ha aderito in modo netto e convinto al referendum sulla nazione sarda. Il documento della direzione di Oristano di qualche giorno fa ha parlato di un dialogo con le forze autonomiste e della centralità del loro ruolo. Troppo poco per il leader del Pds Paolo Maninchedda, pronto a fare un passo indietro, ma solo con chi riconosce la centralità del referendum sulla nazione sarda. Ma al di là di singole adesioni non c’è stata una presa di posizione sistematica del Pd.

Nomi. In casa Pd si lavora anche sui nomi. Si parte da alcuni punti fermi, saranno ricandidati, se lo vorranno, tutti i consiglieri uscenti con al massimo due legislature. Sui nomi nuovi si cerca tra i giovani e gli amministratori. Ma c’è anche una mossa geografica per tentare di puntellare la candidatura del sindaco di Cagliari. Ai nastri di parTenza ci sarà anche quello di Sassari, Nicola Sanna. (l.roj)

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