La Nuova Sardegna

Il mirto, il nettare pregiato che ha “stregato” George Clooney

di Serena Lullia
George Clooney
George Clooney

La Tenuta Mintou produce solo 1500 bottiglie destinate a un mercato esclusivo. La varietà barricata è servita al Billionaire e ora sbarcherà in Giappone

02 dicembre 2018
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INVIATA AD ARZACHENA. Allinea aromi e sapori di Sardegna seguendo la centenaria ricetta di nonno Armando. Costruisce l’equilibrio perfetto tra la dolcezza del mirto e il profumo balsamico del ginepro. Progetta un liquore che è custode della storia di Gallura ma vestito di futuro. Geometra di professione, Armando Columbano, 35 anni, dal 2016 è il titolare della piccola azienda “Tenuta Mintou”. 1500 bottiglie all’anno di un mirto dolce e aromatico, le cui bacche crescono nei terreni tra Arzachena e Palau. I prodotti Mintou vengono serviti al Billionaire, sono stati apprezzati da George Clooney e dalla troupe di “Comma 22” e adesso si preparano a volare in Giappone. Ma l’orgoglio dell’azienda familiare arzachenese è il mirto barricato. Ci sono voluti cinque anni per costruire le botti di ginepro. Era fondamentale che l’aroma delle bacche e del legno profumato di Sardegna trovassero la giusta alchimia.

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Ricetta antica. Trenta ettari di macchia mediterranea che madre natura ha spruzzato di viola. Dieci nella valle di Surrau, venti verso Le Saline. Piante di mirto che da secoli crescono spontanee sotto il sole di Gallura. «La mia è una piccola azienda dove tutto è fatto secondo tradizione, all’antica – racconta Columbano –. Raccogliamo il mirto a mano. Una operazione faticosa, che richiede tempo ma che deve seguire certi ritmi. Oltre un tot di giorni il frutto perde la sua essenza. La ricetta che io utilizzo non si discosta di una virgola da quella che mi è stata tramandata da mio nonno. Molti sostengono che i liquori di mirto siano tutti uguali perché la procedura di produzione è la stessa. Ma non è così. È il lavoro che c’è dietro a fare la differenza. Che rende un mirto, come un vino, migliore di un altro. Sono tanti i passaggi che rendono un prodotto originale. Dal tipo di bacche ai tempi di raccolta, al tempo di infusione dell’alcol, al tipo di alcol e di zucchero utilizzato. A cui si aggiungono la manualità e la formula centenaria. La nostra produzione è naturale al cento per cento ed ecco perché dico che il mirto Mintou è come un vino. Ha le sue annate. Piovose, siccitose, calde e fredde. Elementi che ogni volta danno al prodotto una sua unicità».

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Il mirto barricato. Qualche anno fa l’intuizione di Columbano. «Volevo creare un prodotto diverso, che avesse la mia impronta pur guardando alla tradizione tramandata da nonno Aramando – spiega –. Ho pensato così di fare un mirto barricato». Il geometra-produttore sceglie il ginepro per le sue botti, non il rovere. «Un legno dall’aroma unico, il profumo di Sardegna per eccellenza. Non è stato però facile trovare l’equilibrio giusto tra il mirto e il ginepro. Ci sono voluti cinque anni di prove e sacrifici economici per raggiungere la giusta combinazione, l’armonia tra sapori e profumi così intensi. Credo di essere riuscito a realizzare un prodotto che per gusto è unico. E i riconoscimenti di tanti sommelier e apprezzati palati internazionali ce lo confermano». L’idea del mirto barricato nasce da una considerazione del cuore sul valore del mirto. «Spesso questo liquore viene “maltrattato”, ne viene abbassata la qualità per tenere bassi i prezzi. Guardando il mercato mi accorsi che alcune grappe venivano vendute anche a mille euro perché con una storia e perchè barricate. Pensai. Il nostro mirto è un prodotto di eccellenza. Ha caratteristiche antiossidanti ed antiemorragiche. Ha una storia che risale ai romani. È possibile che non venga valorizzato? Ho quindi pensato di applicare la maturazione in barrique delle grappe e dei vini al mirto. Ho immaginato una nuova vita per un liquore pieno di tradizione, che guardasse al futuro senza perdere la ricchezza del passato. Il mirto che ho ottenuto ha un gusto nuovo. Quando lo assaggi senti davvero la Sardegna».

Il futuro. Nessuna intenzione di passare da piccola azienda a industria. «Non mi interessa – dice in modo categorico Columbano –. Voglio mantenere una produzione limitata per poter garantire sempre l’ altissima qualità. Oggi produciamo 1500 bottiglie all’anno. Obiettivo massimo è arrivare a 7 mila. Superando questo limite dovrei passare a una produzione industriale e non è questa la filosofia della Tenuta Mintou. Spero invece di riuscire a realizzare un piccolo laboratorio sui miei terreni in cui portare i clienti e renderli partecipi del processo di filiera, dal momento della raccolta delle bacche, passando per la torchiatura fino all’imbottigliamento».

Il mercato. Il mirto arzachenese, tradizionale e barricato, vanta già degli estimatori di lusso. Da due anni viene servito ai clienti del Billionaire. Grazie alla partnership dell’azienda con Mirtò è finito nel bicchiere di George Clooney e della sua troupe durante la registrazione del film “Comma 22”. «Riceviamo ordinazioni da francesi, tedeschi, norvegesi – conclude Columbano –. Stiamo per avviare la commercializzazione in Giappone. Il 2018 è stato un anno ricco di riconoscimenti. Di recente abbiamo ricevuto la menzione speciale ai “Sardinia food awards”. Ma la più grande soddisfazione per me sta nell’apprezzamento dei consumatori sardi. Sono loro i veri conoscitori del prodotto artigianale e genuino».
 

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