La Nuova Sardegna

Il Pd ritrova l’unità e Pigliaru incorona Zedda

Il Pd ritrova l’unità e Pigliaru incorona Zedda

A Tramatza il governatore elenca i risultati punto per punto e fa un appello: «Basta con le correnti. Il partito ritorni a una visione di insieme e a un progetto»

02 dicembre 2018
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TRAMATZA. Il Pd dà segni di vita, e di salute. Messa da parte la naturale propensione all’autodistruzione i Dem si mettono a parlare di temi e programmi. E lo fanno senza litigare. La convention di Tramatza ufficialmente aveva proprio questo compito. Ascoltare il territorio per elaborare il programma, ma è servito per sentire il polso della piazza. Sala piena con il governatore Francesco Pigliaru che ruba la scena. È uno dei tre interventi politici ammessi.

Il segretario. A essere già in campagna elettorale è il segretario Emanuele Cani. «Con Massimo Zedda candidato possiamo vincere le elezioni :– dice convinto –. Ora dobbiamo lavorare per fare il risultato. Il sindaco di Cagliari si è messo a disposizione, abbiamo il Pd, un tavolo politico e abbiamo tracciato un percorso che parte quasi in silenzio e dal basso, ma che condivide e coinvolge». Cani va all’attacco e critica il metodo con cui è stato investito Christian Solinas alla guida del centrodestra. «Non esiste che un ministro come Salvini venga in Sardegna e dica chi deve essere candidato. È una vergogna per l'isola».

Il passaggio di testimone. Pigliaru parla per oltre mezz’ora. Parla di quello che ha fatto, ma spiega anche perché non si ricandida. «Mi sono iscritto al Pd insieme a Calenda qualche mese fa per un motivo semplice. Ci siamo chiesti : “Il Pd serve ancora?” Penso che serva più di prima a condizione che abbia che abbia ancora qualcosa da dire. Che abbia un punto di vista sul mondo». Pilgiaru contesta le correnti nel partito. «Il Pd ha un ruolo solo se ritrova il senso di comunità. Scioglietele le correnti, perché senza unità e senso di comunità non siamo niente. Si deve avere una visione comune. Salvini dice un sacco di fesserie, ma comunica una visione chiarissima. Dice cose nette lo fa senza spaccature, senza tentennamenti, senza mille correnti. Lui conosce bene la ricetta del populismo che crea un nemico, come i poverissimi migranti, e crea una narrazione che li trasforma nel nemico, nella paura. I governi di centrosinistra hanno governato bene, ma questo non ci ha messo al riparo da una sconfitta elettorale. La nostra visione era inadeguata. Non abbiamo capito quello che succedeva nella società italiana. Salvini lo ha visto e lo ha usato con cinismo». Pilgiaru spiega anche cosa ha fatto la sua giunta. «Cose di cui vado orgoglioso come sulla scuola. Noi possiamo guardare al futuro solo se puntiamo sulla scuola. Ci sono 24 nuove scuole in progettazione. Abbiamo poi creato un sistema di Protezione civile all’avanguardia, che salva vite. L’elisoccorso è un altro successo fondamentale, un’altra iniziativa salvavita. E abbiamo salvato anche la chimica verde. Descalzi voleva abbandonare il progetto. Con l’aiuto del governo nazionale lo abbiamo convinto a cambiare idea. Abbiamo lottato anche per il metano, che è un’altra visione. Una cosa su cui dobbiamo andare compatti. Chiedo un’iniziativa dei sindaci. Cappellacci è andato in giro a vendere quella bufala della zona franca e ha ottenuto un sacco di delibere. Ecco i comuni potrebbero delibare tutti che vogliono il metano. E tra qualche settimana vi darò i numeri e capirete perché anche sulla sanità abbiamo fatto tanto e bene. Abbiamo fatto tante riforme, che daranno i loro risultati tra poco. Abbiamo avuto il coraggio di fare quello che la politica di solito non fa. Le riforme. Quelle difficili che portano risultati reali. E anche sulla Continuità territoriale abbiamo avuto risultati. Abbiamo proposto un bando con molti più voli e molte più frequenze. L’Ue lo ha bocciato. Lo abbiamo rifatto. Poteva essere migliore, ma è il massimo possibile. In questa occasione ho capito anche un’altra cosa, se non cambiamo la norma europea sull’insularità continueremo ad avere difficoltà ad affermare i nostri diritti». Poi l’endorsement a Zedda. «È il candidato giusto. Oggi Massimo può fare meglio di me e avrà tutto il mio appoggio».

La sala. Tutto esaurito e per la prima volta le correnti sembrano non avere preso il sopravvento sul dibattito. In prima fila Antonello Cabras, e Pietro Cocco, Silvio Lai. Ma anche diversi assessori regionali: Carlo Careddu, Cristiano Erriu, Donatella Spano. Al centro anche la capacità di comunicare del partito. I dati dell’Aspal hanno fatto capire quanto in questi 4 anni la Regione abbia lavorato per affrontare la disoccupazione. Quella giovanile è diminuita di 10 punti percentuali. In un anno e mezzo ci sono stati 50 mila occupati in più. Un dato che è rimasto nell’ombra.

Tutti aspettavano Zedda, che non è andato a Tramatza. Un po’ per impegni, un po’ per tattica. Il candidato governatore del centrosinistra con molta probabilità si materializzerà nell’incontro finale, che sarà anche quello che aprirà in modo ufficiale la campagna elettorale del centrosinistra. (l.roj)

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