La Nuova Sardegna

Sedi Inps verso la chiusura: l’isola prepara la protesta

Sedi Inps verso la chiusura: l’isola prepara la protesta

Ganau ha convocato sindacati, politici e parti sociali. A rischio otto agenzie.  Ma Di Maio ha confermato il piano di ridimensionamento del presidente Boeri 

02 dicembre 2018
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SASSARI. Il 10 ottobre avevano chiesto la sospensione del piano di decentramento delle sedi Inps. Un mese e mezzo dopo è arrivata la risposta del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che però non ha risolto il problema. Anzi, il vicepremier ha confermato il piano di decentramento tanto temuto da sindaci e sindacati. Se ne parlerà domani durante un incontro convocato dal presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, che ha chiamato a raccolta sindaci, forze sociali, presidenti dei comitati provinciali dell’Inps e parlamentari per rimettere in discussione il piano di decentramento territoriale delle sedi della Previdenza sociale in Sardegna.

Le sedi a rischio. Ganau aveva informato Di Maio del rischio che correvano le agenzie di Isili-Senorbì, Tempio, Alghero, Ozieri, Ghilarza, Sorgono, Siniscola, Macomer, mente invece quelle di Assemini, Carbonia e Lanusei sono a rischio ridimensionamento. Ma la risposta non ha fatto altro che confermare i timori di chi ha letto nel piano di ridimensionamento dell’Inps una “fuga” dal centro dell’isola dell’ennesimo servizio.

La replica del ministro. L’interpretazione della risposta offerta dal segretario generale della sezione sarda della Federazione nazionale dei pensionati della Cisl, Adalberto Farina, non offre molte speranze: «Questa volta il ministro del Lavoro ha fatto da passacarte, decidendo di non decidere. Infatti, il capo di gabinetto del ministro Luigi Di Maio ha girato al presidente del Consiglio regionale la risposta del direttore generale dell’Inps, cioè dello stesso organismo che ha predisposto la riorganizzazione sarda dell’Inps, che ha confermato, ovviamente, il programma di tagli e ridimensionamenti programmati».

Le richieste dall’isola. Nonostante i margini di trattativa sembrino ristretti, dal sindacato arriva un proposta: «L’importante è sospendere immediatamente il decentramento programmato dall’Inps – aggiunge Adlaberto Farina – e aprire una trattativa con l’istituto previdenziale, con il ministero che non dove indossare i panni di spettatore quasi passivo come ha fatto questa volta, ma quelli di “amministrazione vigilante” in grado di armonizzare “i risparmi” cercati dall’Inps con i diritti dei cittadini, soprattutto anziani, di poter raggiungere senza disagi sedi e sportelli». (c.z.)

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