La Nuova Sardegna

Succu: patti chiari, non faremo passi indietro

di Giulia Serra
 Succu: patti chiari, non faremo passi indietro

Il sindaco di Macomer chiede il rispetto degli accordi siglati dal Comune con il governo precedente 

04 dicembre 2018
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MACOMER. L’appuntamento era fissato per ieri alle 9: come annunciato 10 giorni nel sito della Prefettura, il 3 dicembre la Commissione aggiudicatrice avrebbe aperto, in seduta pubblica, la sessione di gara dell’appalto per la gestione e fornitura di servizi al Cpr, struttura in corso di realizzazione nell’ex carcere di Bonu Trau. Il 28 novembre la Prefettura ha revocato la gara. Cosa sia accaduto in un arco di tempo così breve è difficile da dire: si potrebbe trattare di una revoca tecnica legata ai rilievi mossi di recente dalla Corte dei Conti sulla gestione nazionale dei fondi per le politiche migratorie, ma potrebbe anche essere un effetto dell'articolo 2 del Decreto sicurezza approvato dal Parlamento e appena firmato dal Presidente della Repubblica, che prevede che per i lavori nei Cpr inferiori alla soglia di rilevanza comunitaria «è autorizzato il ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara». L'appalto in questione è pari a 3.556.925 euro e quindi potrebbe sforare le soglie di rilevanza. Il sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu, attraverso i social, ha espresso sorpresa per una notizia che dice di avere appreso casualmente. «Vorrei capire se il cambio di Governo modificherà i patti che il nostro Comune e la Regione hanno stipulato con il Ministero, e se la strategia del nuovo ministro confermi o modifichi obiettivi e accordi sottoscritti», ha commentato a caldo non nascondendo una certa irritazione. «Se così fosse, vorremmo esserne informati: non siamo la colonia di nessuno», ha aggiunto il primo cittadino di Macomer che, partecipando in prima persona al confronto con l'allora ministro Marco Minniti, era riuscito a ottenere le garanzie e le contropartite richieste in cambio della disponibilità ad allocare in città il centro per i rimpatri. L'aria sembra però cambiata e la sintonia tra Viminale, Regione e Comune non è più la stessa. Già nel mese di ottobre, con il Decreto sicurezza appena varato dal Consiglio dei Ministri, sia Antonio Succu sia l'assessore regionale Filippo Spanu non avevano risparmiato critiche per le modifiche sostanziali contenute nel documento, che tra i vari punti raddoppia i tempi di permanenza nei Cpr passando da 90 a 180 giorni. Sui tempi si è soffermato il sindaco macomerese: «È un elemento che vorremmo approfondire, perché può andare a discapito proprio della sicurezza. Inoltre si ridimensiona il sistema della micro accoglienza a vantaggio dei Cas, cioè dei migranti per la strada, che abbiamo sempre respinto». Succu mette le mani avanti: «Abbiamo subordinato l'accettazione del Cpr a due condizioni, la sicurezza della popolazione e il rispetto della dignità umana. Non faremo passi indietro».

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