La Nuova Sardegna

Il grido degli artigiani: «La Sardegna chiede sviluppo»

di Gianna Zazzara
Il grido degli artigiani: «La Sardegna chiede sviluppo»

Matzutzi, Confartigianato: «L'isola ha bisogno di un piano e un sogno. Si deve dare una scossa all’economia che solo ora dà qualche segnale di ripresa» 

06 dicembre 2018
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SASSARI. Ci sarà anche la Sardegna all’evento organizzato il 13 dicembre a Milano da Confartigianato. “Quelli del sì”, questo lo slogan. «Vogliamo dire al governo e alle istituzioni che il futuro non si ferma, che indietro non si torna, che bisogna ascoltare la voce delle imprese e servono politiche a sostegno del mondo produttivo rappresentato per il 98% da artigiani, micro e piccoli imprenditori – dice Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Sardegna – Ci saremo anche noi a Milano, con una nutrita rappresentanza».

Dopo la grande manifestazione organizzata a Torino nei giorni scorsi da 12 associazioni datoriali per dire Sì alla Tav, ora tocca a Confartigianato metterci la faccia. «È arrivato il momento di dare una scossa all’economia, soprattutto a quella sarda che solo ora sta dando qualche timido segnale di ripresa – spiega Matzutzi – Se non puntiamo sullo sviluppo siamo destinati a morire, soprattutto al Sud».

Matzutzi conosce bene le difficoltà degli artigiani e delle piccole imprese sarde. Lui, la sua azienda, l’ha fondata quando aveva 22 anni. Oggi ne ha 45 è dà lavoro a 12 persone. «So bene quanto è difficile fare impresa in Sardegna. Noi siamo bravi due volte rispetto agli imprenditori del Nord. Non abbiamo collegamenti interni, né strade né ferrovie, la continuità territoriale è un incubo, i trasporti navali sono costosissimi, per non parlare della burocrazia che uccide le imprese e della copertura di internet, scarsissima. Tutte cose che le imprese e gli artigiani denunciano da decenni. Inutilmente. La verità è che manca un progetto, anzi un sogno, per la Sardegna. Per questo parteciperemo all’evento organizzato a Milano dalla nostra associazione. È urgente rimettere in moto lo sviluppo».

Ma come si conciliano le richieste degli imprenditori del Nord, una delle aree europee economicamente più avanzata, con le esigenze dei piccoli artigiani sardi? «Certo, la differenza è evidente. Loro chiedono di realizzare la Torino-Lione e la Pedemontana per integrare il Nord nei flussi turistici e commerciali europei. Noi qui in Sardegna siamo indietro anni luce: abbiamo bisogno di strade, di trasporti aerei e navali efficienti e meno costosi. È triste dirlo, ma siamo la periferia non solo d’Europa, ma anche dell’Italia. E questa è una delle ragioni per cui abbiamo sofferto la crisi più di altre regioni. Una crisi durissima dalla quale molti settori, come l’edilizia, ancora non riescono a risollevarsi». Matzutzi non vede l’ora di partecipare alla protesta degli artigiani in programma a Milano il 13 dicembre. «Certo, il divario tra Nord e Sud del paese è profondo, ma noi porteremo a quel tavolo le istanze degli artigiani sardi. E siamo sicuri che ci ascolteranno».

Almeno loro, sembra sottintendere Matzutzi. «Purtroppo la giunta Pigliaru ha tradito le aspettative di imprese e artigiani. Non ha compreso le esigenze dei piccoli, come se vivessero in un altro mondo. Solo nell’ultimo anno c’è stata un’apertura al dialogo, con l’istituzione della commissione speciale sull’artigianato. Purtroppo si è sprecata una grande occasione. Per non parlare della burocrazia. Le procedure dei bandi sugli investimenti, solo per fare un esempio, sono così complicate da aver fatto desistere molti. La storica legge 51 sull’artigianato, poi, l’unica che permetteva di investire in modo veloce, non è stata mai rifinanziata». Perché non avete organizzato una manifestazione qui in Sardegna? «Anni fa le abbiamo fatte, senza ottenere alcun risultato. E oggi molti non hanno neanche più la forza non dico di ribellarsi, ma semplicemente di adirarsi».


 

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