La Nuova Sardegna

Spiagge sarde chiuse d’inverno, una legge frena il turismo

di Claudio Zoccheddu
Spiagge sarde chiuse d’inverno, una legge frena il turismo

La riviera romagnola scommette sugli stabilimenti balneari aperti tutto l’anno. Bertolotti: giusto, ma in Sardegna una norma prevede servizi solo nei lidi urbani

06 dicembre 2018
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SASSARI. Per sfruttare il mare anche d’inverno le stanno pensando tutte. Uno stabilimento balneare di Riccione ha iniziato la sua prima stagione fredda di lavoro inaugurando i lettini con paravento e mettendo a disposizione coperte e docce calde. Tutto davanti all’Adriatico che, per carità, ha il suo fascino ma è qualcosa di molto diverso dal mare della Sardegna. Senza contare il clima, molto più mite da queste parti. Gli stabilimenti balneari aperti d’inverno non sono una novità per le spiagge urbane di Cagliari ma nel resto dell’isola sono pochissime le attività di questo tipo che offrono servizi tutto l’anno. Eppure, il mercato non mancherebbe. E per far fruttare lettini e attrezzature da spiaggia non servirebbero nemmeno gli accorgimenti “invernali” che arrivano dalla riviera romagnola. Ieri a Cagliari, Alghero, Oristano, Olbia e Orosei il termometro ha raggiunto i 20 gradi. Oggi si replica e probabilmente anche domani. La temperatura ideale per passare un paio d’ore in spiaggia, su quelle libere ma anche su quelle attrezzate e organizzate dove si possono trovare, ad esempio, i campi da beach tennis e da beach volley. Ma anche aree in cui far giocare i bambini o dove semplicemente trovare un angolo riparato in cui programmare un break rilassante prima di rientrare in ufficio o dopo l’attività fisica.

Destagionalizzazione. È il mantra dell’amministrazione regionale e il sogno di ogni operatore turistico. Per provare ad allungare la stagione turistica sono stati organizzati eventi sportivi di respiro mondiale, sono state pubblicizzate le manifestazioni culturali ma forse manca il punto di partenza perché durante l’inverno tutte le spiagge che non appartengono ai circuiti urbani sono chiuse per ferie (forzate). Poi ce ne sono tante che sono chiuse anche durante l’estate, ma questo è un altro discorso. «Gli stabilimenti balneari sardi potrebbero aprire anche durante l’inverno. Anzi, dovrebbero aprire – spiega il presidente regionale del sindacato italiano degli operatori balneari – ma gli imprenditori sono costretti a seguire linee guida demenziali che non permettono a molti colleghi di lavorare durante l’inverno». Se Cagliari, anche se forse sarebbe più giusto dire “il Poetto”, è un’isola felice in cui è possibile lavorare 365 giorni all’anno, le altre zone della Sardegna sono lontane anni luce, a eccezione di qualche caso sporadico: «Ma è anche ovvio che succeda questo, soprattutto quando gli imprenditori che non lavorano in spiagge urbane possono solo offrire l’elioterapia ai loro clienti, ovvero il lettino nudo e crudo – aggiunge Bertolotti – perché il legislatore, in questo caso la Regione, ha posto un vincolo assurdo che impedisce agli imprenditori di lavorare e di sviluppare la propria attività, anche investendo risorse e offrendo un servizio che va nella direzione indicate dalla stessa Regione». In sostanza, lontano dalle spiagge urbane si può “vendere” solo il lettino. Non c’è spazio per il servizio bar o per l’organizzazione di attività sportive e il noleggio dei natanti. «Un errore gravissimo, lo dimostra il meteo degli ultimi giorni. Con venti gradi e il mare piatto non vedo perché non si possa affittare una canoa, solo per fare un esempio. Eppure per colpa di una normativa ridicola che avvantaggia gli imprenditori balneari che lavorano nelle spiagge urbane, questo non è possibile», conclude Alberto Bertolotti.

Il controsenso. È piuttosto evidente se considerato in questi termini: si lavora duro per provare ad allungare la stagione turistica, si cercano e ci creano contatti, si arriva ad importare manifestazioni ad ampio respiro turistico o a valorizzare quelle che gà esistono e hanno l’appeal giusto. Però, allo stesso tempo, una norma cancella la possibilità di offrire servizi nelle spiagge lontane dalla città che, spesso, sono anche le più belle. Anche d’inverno. Sempre che un pomeriggio assolato dove si toccano i 20 gradi possa essere considerato inverno.

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