La Nuova Sardegna

Fondi ai gruppi, quel denaro sparito senza lasciar tracce

Mauro Lissia
Fondi ai gruppi, quel denaro sparito senza lasciar tracce

In tribunale il controesame degli investigatori sulla posizione di Contu e Sanciu. Ad aprile l’udienza per i sei ex consiglieri regionali di Rifondazione comunista  

14 dicembre 2018
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CAGLIARI. Le tracce bancarie delle uscite si trovano, gli assegni ci sono, quello che in buona parte manca sono i nomi di chi ha messo in tasca i soldi. L’ha detto Luca Erriu, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio alla polizia giudiziaria, uno dei protagonisti dell’indagine colossale per peculato che ha portato in tribunale due generazioni di politici regionali e nazionali per l’uso illegale dei fondi destinati all’attività dei gruppi. Erriu è stato sentito dal tribunale - presidente Giovanni Massidda - nelle vesti di testimone dell’accusa contro l’ex assessore all’agricoltura e consigliere Mariano Contu (che era in aula) e l’ex presidente dell’autorità portuale di Olbia, Fedele Sanciu. Contu - difeso dagli avvocati Massimo e Roberto Delogu - fra il 30 settembre 2004 e il 4 maggio 2009 svolgeva le funzioni di tesoriere-amministratore del gruppo forzista e per questo deve rispondere sia del denaro speso direttamente che di quello finito nelle tasche dei colleghi berlusconiani. La somma complessiva è impressionante: un milione e 636 mila euro usciti dal conto corrente del gruppo con assegni bancari e prelievi allo sportello della Banca di Sassari in funzione al palazzo di via Roma. La polizia giudiziaria ha fatto il conto delle spese da giustificare "per mancanza di documentazione": sono 418 mila euro, che nessuno sa dove siano finiti. Il dubbio ha resistito ad ogni fase del processo e ieri i difensori di Contu hanno controesaminato il maresciallo Erriu soprattutto su quest’aspetto della vicenda: «La banca - ha spiegato l’investigatore - non è stata in grado di dirci chi abbia incassato parte degli assegni, noi abbiamo cercato di ricostruire in ogni modo il percorso del denaro, ma non ci siamo riusciti». L’avvocato Massimo Delogu ha chiesto che su queste circostanze vengano fatti nuovi approfondimenti, intanto ha depositato la famosa delibera del marzo 1993 con la quale l’’ufficio di presidenza del consiglio regionale aveva diffuso le regole per l’uso dei fondi e un documento col quale l’ufficio rifiutò i giustificativi di spesa al gruppo di Forza Italia ritenendoli superflui.

L’avvocato Marco Pilia ha rivolto una serie di domande al maresciallo Erriu sulla posizione di Sanciu, che alla luce del capo d’imputazione è decisamente più leggera di quella di Contu. La somma contestata a Sanciu è di appena 6069 euro che risultano finiti nel suo conto tra novembre 2004 e ottobre 2006, ma già nei primi mesi del 2019 il reato di peculato di cui deve rispondere dovrebbe risultare prescritto.

La prossima udienza è in programma per il 15 marzo. Mentre il tribunale ha rinviato al 5 aprile dopo un rapido controesame della polizia giudiziaria il dibattimento pubblico per gli ex esponenti di Rifondazione Luciano Uras, Ciriaco Davoli, Giuseppe Fadda, Paola Lanzi, Paolo Antonio Licheri e Ignazio Paolo Pisu.

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