La Nuova Sardegna

Via libera alla manovra oltre 8 miliardi per l’isola

Via libera alla manovra oltre 8 miliardi per l’isola

Pigliaru: «Abbiamo pensato ai sardi». Paci: «Portiamo a casa un grande risultato» Stanziate risorse per famiglie, lavoro, istruzione, Reis, sanità e artigianato

14 dicembre 2018
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CAGLIARI. L’ultima Finanziaria di questa stagione politica, cominciata nel 2014, è legge. Con i voti compatti della maggioranza di centrosinistra e lo scontano no del centrodestra, il Consiglio regionale l’ha licenziata. Alla fine dai banchi di chi sostiene la giunta Pigliaru, è scattato anche un applauso spontaneo. Cominciato subito dopo queste parole del presidente: «Lasciamo una Sardegna con i conti a posto anche nella sanità. Ma come sempre abbiamo dato il massimo per non lasciare nessuno indietro, garantendo a tutte le categorie più deboli ogni possibile protezione sociale ed economica». E infatti poco prima erano stati Raffaele Paci, vicepresidente della Regione, e Franco Sabatini, presidente della commissione bilancio, a mettere in fila, uno dopo l’altra, le macro voci di questa Finanziaria da 8,2 miliardi. Eccole: dal pacchetto famiglia al reddito di cittadinanza, che in Sardegna è il Reis, dal rifinanziamento del progetto Lavoras ai milioni per il rilancio dell’artigianato, dalla rete del welfare ai soldi destinati ad azzerare le liste d’attesa negli ospedali. «Siamo soddisfatti di quanto c’è scritto in questo bilancio», ha sottolineato Paci. Mentre qualche minuto prima il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, aveva detto: «Siamo orgogliosi di questa Manovra. Non l’andremo a sbandierare nella prossima campagna elettorale, anche se potremmo farlo, perché in questi anni abbiamo lasciato da parte gli annunci e fatto parlare sempre i fatti. Uno su tutti: l’Istat ha certificato l’aumento dell’occupazione in Sardegna».

Il dibattito. Nel confronto fra favorevoli e contrari, gli interventi si sono sovrapposti. Dai banchi della maggioranza Luca Pizzuto, Mdp, ha detto: «Come uomo di sinistra, sono soddisfatto che siamo riusciti a ridare dignità a molti sardi». Ma Gaetano Ledda, Psd’Az, gli ha ribattuto: «Toccherà a noi rimettere in piedi l’agricoltura e la sanità che avete fatto schiantare». Antonio Gaia dell’Upc gli ha risposto: «Il centrosinistra, in questi anni, non ha aumentato di un euro le tasse ai sardi e questa è una grande vittoria». Però Alessandra Zedda, Forza Italia, ha denunciato: «Come sempre anche questa volta siete stati poco coraggiosi. Siete andati avanti a strappi senza mai credere veramente nello sviluppo e nella crescita». Pierfranco Zanchetta, Upc, non ha avuto incertezza nel contrastarla: «Certo, c’è ancora molto da fare, ma abbiamo fatto molto e continueremo a farlo, lo speriamo, nella prossima legislatura». Con però due allarmi lanciati da Paolo Truzzu, Fdi, e Attilio Dedoni, Riformatori. Il primo ha detto: «Questa Finanziaria sarà impugnata dal Governo perché è zeppa di buchi neri». Dall’assessore Paci riceverà poi questa risposta: «Allo Stato neghiamo 285 milioni di accantonamenti, ma non potevano non ribellarci al sopruso e al peso esagerato del debito pubblico nazionale». Invece Dedoni ha guardato oltre l’orizzonte: «Non so chi governerà dal 2019, spero è ovvio il centrodestra, ma soprattutto mi auguro che non siano i populisti. Sarebbe una sciagura».

L’ultim’ora. Nella quarta e ultima seduta, durante il voto, sono passate indenni le grandi spese, a cominciare dagli oltre tre miliardi e 200 milioni per la sanità, a quelle per gli investimenti in infrastrutture. Una sola volta il centrosinistra ha rischiato: a scrutinio segreto per un solo voto, non è passato un emendamento non suo e abbastanza confuso su alcuni ex dipendenti Saremar. Per il resto è tutto filato liscio: sono arrivati i soldi per biblioteche e archivi, i finanziamenti allo sport, compresi 250mila per organizzare all’ippodromo di Chilivani «il campionato internazionale dei fantini sardi famosi nel mondo». Il Consiglio ha messo una pezza, con 580mila euro, anche alla vertenza degli avvocati dell’Ufficio legale della Regione. Non saranno più pagati come funzionari ma come dirigenti, anche se restano le polemiche sui troppi incarichi affidati all’esterno. Poi è stato confermato il pagamento di tutte le borse di studio universitarie, oltre 10mila, e i milioni per migliorare la filiera della scuola. Non sono mancati neanche – secondo il solito rituale – gli emendamenti personalizzati, o contributi a pioggia, per piccole e grandi sagre, associazioni, fondazioni e musei di ogni tipo, ma stavolta il bancomat politico è stato più parsimonioso rispetto al passato.

L’incidente. C’è stato quando, all’improvviso, i consiglieri regionali del centrodestra hanno occupato i banchi della Giunta. Volevano protestare per l’infinita contrapposizione fra l’Aias e la Regione. Alla fine hanno ottenuto che ci sia una trattativa sul pagamento degli arretrati, mentre è difficile pensare che la Regione pensi a rinnovare la convenzione con la famiglia Ranzzo-Aias. Anzi, ha detto che non lo farà. (ua)

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