La Nuova Sardegna

Delitto del lago, parla la nonna di Manuel: noi la sua unica famiglia

Enrico Carta
Manuel Careddu
Manuel Careddu

Gavina Puggioni risponde alla zia Loredana Careddu: «Il padre? Non c’è mai stato. Io e mia figlia abbiamo sempre provveduto a lui. Ora lo lascino riposare in pace»

16 dicembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





MACOMER. Divise nel dolore, le due famiglie restano lontane. La morte di Manuel Careddu, assassinato sul lago Omodeo l’11 settembre, non ha portato la pace nei nuclei familiari del padre e della madre del ragazzo, da sempre divisi. Ieri era stata Loredana Careddu, sorella di Corrado, il padre di Manuel, a prendere posizione dopo la pubblicazione del racconto a puntate “Il ragazzo del lago” sulla Nuova Sardegna. Oggi è Gavina Puggioni, la nonna materna di Manuel a raccontarci di una famiglia quanto mai divisa. E così come lo era stata durante i pochi anni di vita del ragazzo, lo è oggi che Manuel è morto. Sceglie di non parlare invece Fabiola Balardi che di dichiarazioni contro gli assassini del figlio ne aveva fatte tantissime nelle settimane successive all’omicidio.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.17567899:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2018/12/15/news/la-morte-di-manuel-ultime-verita-dall-autopsia-1.17567899]]

Con le sue parole Gavina Puggioni si sofferma a sua volta sul rapporto tra Manuel e il padre Corrado che però non cita mai. Fa invece continuamente riferimento a Loredana Careddu, che ha firmato la lettera: «Perché interviene ora, quando per anni nessuno di loro è stato vicino a Manuel? È il caso che Loredana smetta di pubblicare messaggi su Facebook sulla vicenda. Le lancio la sfida affinché dica la verità sul rapporto tra Manuel e il padre, perché sa benissimo come sono andate le cose in tutti questi anni e non certo sono andate come le ha raccontate lei nella lettera. Si pensi che Manuel neanche conosceva i cugini per parte di padre. Avrebbero dovuto stare vicino a lui prima, perché Manuel non c’è più e non ha senso apparire adesso. Vengo anch’io chiamata in causa nella lettera, dove però non si dice che Manuel ha vissuto per tantissimo tempo con me, che io e sua madre Fabiola l’abbiamo cresciuto, magari sbagliando, ma noi c’eravamo e ci abbiamo provato. Siamo noi che gli abbiamo dato da mangiare, noi che l’abbiamo vestito. Sono io che ogni giorno l’ho accompagnato all’asilo e poi a scuola fino al momento in cui ha iniziato ad andarci da solo. Per molti mesi durante l’anno Manuel abitava proprio con me e quando si nega che Nicholas fosse suo fratello, si dice una falsità. Sono cresciuti assieme e loro stessi si sentivano fratelli e si chiamavano fratello anche se hanno avuto un padre diverso. È stato Alessio Frau, l’ex compagno di mia figlia Fabiola, a fare da padre a tutti e due e non altri. Quando le persone chiedevano a Manuel con chi vivesse, lui rispondeva sempre “con mio fratello” riferendosi a Nicholas. E lo stesso faceva Nicholas nei confronti di Manuel. Con Corrado, Manuel si vedeva solo raramente: non da piccolo e non più negli ultimi anni. Non si parlavano da tempo. Quando Manuel a quindici anni è stato in comunità a Carbonia, siamo stati noi a dargli sostegno, siamo stati noi ad averlo sempre mantenuto, ad aver faticato per dargli il piatto di pasta a pranzo e a cena ogni giorno di tutta la sua vita. Al mantenimento ho pensato sempre io e lo so benissimo sulla mia pelle quanto questo mi è costato in sacrifici e dedizione prendermi cura del ragazzo. Adesso tutti tacciano e lo facciano riposare in pace. Ciascuno lo pianga come vuole, ma si ricordi anche di quello che ha fatto per lui sino a che è stato con noi».

Una brevissima chiosa sulla vicenda arriva anche dall’avvocato Luciano Rubattu che tutela proprio Fabiola Balardi: «Nel rispetto di tutti i familiari, indistintamente, rifuggo da polemiche ed esternazioni inopportune che circolano in rete, in particolare su Facebook, e che non mi interessano affatto. Non intendo pertanto prestare il fianco su questioni che nulla hanno a che fare con i tragici fatti oggetto di accertamento. Il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari, dirò la mia – e svolgerò compiutamente il mio ruolo – nelle aule di giustizia, come le norme processuali e l’etica professionale impongono».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative