La Nuova Sardegna

Terre pubbliche, Pigliaru: sono un’opportunità

Orune, il presidente della Regione al dibattito organizzato da Copagri: sì a piani di valorizzazione

16 dicembre 2018
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ORUNE . Le terre pubbliche sono un veicolo per lo sviluppo delle zone interne, a patto che siano valorizzate. È questo il senso del dibattito organizzato da Copagri a Orune, a cui ha partecipato anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che ha indicato la necessità di coordinamento e di avere regole di governo condivise per poter cogliere le opportunità legate alle terre civiche: «Tepilora – ha detto – è uno dei grandi attrattori della Sardegna. Molto futuro è in questo parco, un’eccellenza internazionale che deve essere arricchita di contenuto. E per questo serve che anche le comunità contribuiscano con le loro idee progettuali. Da parte nostra, abbiamo messo risorse anche per valorizzare l’area archeologica di Sant’Efis e gli scavi archeologici più in generale. Le proposte devono potersi sommare tra loro per costituire, assieme, qualcosa di abbastanza forte da poter competere nei mercati internazionali». A Orune c’era anche l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu: «Rispetto al più tradizionale utilizzo agrosilvopastorale, una recente sentenza della Corte costituzionale ha riconosciuto la rilevanza socio economica dei progetti di conservazione e valorizzazione che tengono conto delle opportunità paesaggistiche e utilizzo in chiave turistico e ambientale, in base alle disposizioni della legge Galasso e del Codice del paesaggio. I Comuni e la Regione non possono più governare da soli questi processi, ma interviene il ministero dei Beni culturali che giudica l’impatto paesaggistico degli eventuali atti di governo del territorio», ha spiegato Erriu che ha poi parlato della necessità di un’alleanza tra i comuni a livello di territorio sovracomunale a cui si aggiungano le competenze tecniche-scientifiche necessarie alla pianificazione. L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha parlato del rilievo della prima legge forestale della Sardegna che, mirando alla tutela e alla valorizzazione anche in chiave economica del bosco, ha riconosciuto le filiere dei prodotti del bosco e individuato una selvicoltura attiva e sostenibile: «Dobbiamo governare il bosco – ha detto Spano – senza fermarci a vincoli inadeguati e fuori dai tempi. Servono invece nuovi investimenti in ambito agronomico e forestale, servono tecnici capaci di intervenire nei territori. La Legge 8 mette insieme tutto questo e trova una soluzione, anche tra parte pubblica e privata, nelle pianificazioni di dettaglio a cura delle amministrazioni comunali. Così si possono conciliare le esigenze intorno al comune obiettivo di tenere attiva la nostra forestazione e produzione».

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