Ieri la Nuova Sardegna ha cercato di mettersi in contatto con l’uomo per sentire la sua versione dei fatti, ma inutilmente. Al telefono di casa risponde, gentile e disponibile, una donna matura, probabilmente la madre che in base alle testimonianze lo accompagnava sabato mattina al supermercato.
Nel passato di Imperatore c’è un’assoluzione per un episodio avvenuto a Nuoro nel 2002 (l’aggressione di un pensionato). Episodio per il quale l’uomo, allora ventiduenne, nel 2005 è stato assolto dal tribunale di Nuoro per non aver commesso il fatto al pari delle altre cinque persone accusate dello stesso reato. Appena un anno dopo il processo, Imperatore è stato protagonista di un altro episodio. Una notte del marzo 2006 venne arrestato a Nuoro da una pattuglia della polizia con l’accusa di danneggiamento aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Intanto la deputata Mara Lapia ha ribadito in un’intervista a Repubblica on line la sua versione sull’origine della lite, nata dopo le sue lamentele verso una commessa del supermarket. A quel punto sarebbe intervenuto Imperatore, in fila nella stessa cassa. «Mi diceva "Ma ti levi! Sei puzzolente, dillo chi sei!" e altre offese pesanti – ha detto Mara Lapia –. Anche quella verbale è violenza. Non sono una maleducata, ma non sono una che subisce». A quel punto ha deciso di fotografarlo per denunciarlo e identificarlo. «Ho agito da donna di legge e invece, con il senno di poi, dico che visto come si evolvono le cose forse si dovrebbe scappare. Poteva evolversi in maniera ben più drammatica». In seguito, ha proseguito Mara Lapia, l’uomo «ha cercato di togliermi il cellulare, lo ha sbattuto per terra e lo ha preso a calci. Come ho detto alla polizia, non ha fatto gesti da boxe e non mi ha colpito il viso, me l'hanno chiesto precisamente e ho sempre detto di no. Ho sentito degli spintoni, c'è stata una colluttazione». Poi ha raccontato la perdita di sensi e la caduta: «Se ci si sentono le mani addosso si ha paura, si è confusi. Mi sono appoggiata alla macchina, vedevo girare tutto, non ce la facevo più».