La Nuova Sardegna

Un quintale di sabbia ritorna a Porto Pino

Claudio Zoccheddu
Un quintale di sabbia ritorna a Porto Pino

Regalo di Natale all’arenile del Sulcis dagli addetti alla sicurezza degli aeroporti. Era stata sequestrata durante l’estate scorsa ai turisti in partenza dall’isola 

28 dicembre 2018
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CAGLIARI. Ormai li chiamano “gli angeli del mare” e non potevano far passare il Natale senza preparare almeno un regalo. I volontari di “Sardegna Abbandondonata e depredata”, che poi sono gli addetti ai controlli dei porti e degli aeroporti della Sardegna, ne hanno incartato uno veramente speciale per la spiaggia di Porto Pino, circa quattro chilometri di sabbia nel Basso Sulcis a metà tra i comuni di Sant’Anna Arresi e Teulada. I Babbi Natale dell’ambiente hanno impacchettato circa un quintale di sabbia requisita durante l’estate ai turisti che stavano per abbandonare l’isola e l’hanno portata dove era stata rubata la scorsa estate, restituendola a un ecosistema delicatissimo che non può sopportare l’avidità dei cacciatori di souvenir ad altissimo impatto ambientale. Ovviamente la sabbia che rischiava di prendere il volo, o il mare, era quella bianchissima della “seconda spiaggia”, dove ci sono anche le bellissime dune che non a caso ricadono nella porzione di arenile chiamato “is arenas biancas”a cui si può accedere solo durante l’estate perché nel resto dell’anno quell’angolo di paradiso fa parte del poligono militare di capo Teulada ed è interdetto al pubblico.

Gli angeli del mare sono quindi arrivati ai confini della spiaggia vietata e hanno restituito cento chili di sabbia rubata durante l’estate. Un lavoraccio che hanno svolto gratuitamente, animati dall’intenzione di provare a rimediare ai danni causati dalle leggerezze dei turisti disinformati che, però, perlomeno molto spesso si prendono la briga di classificare ogni furto scrivendo il nome delle spiagge sulle bottigliette di plastica in cui infilano la sabbia, rendendo la restituzione meno complicata. Purtroppo molto spesso scampano anche alla multa che meriterebbero, e all’eventuale denuncia, perché soprattutto negli aeroporti il sequestro della sabbia è possibile grazie a una “trovata” degli angeli del mare che non fanno passare la bottigliette considerandole “corpi contundenti” che non possono entrare in cabina. Per contestare il reato ambientale, infatti, è necessaria la presenza di un agente di polizia giudiziaria che invece spesso manca nelle aree dove vengono controllati i bagagli di chi sta per salire a bordo di un aereo. Gli addetti alla sicurezza degli aeroporti hanno chiesto più volte un presidio fisso degli agenti del Corpo forestale, che avrebbero l’autorità per multare i ladri di sabbia, ottenendolo solo per brevi periodi nonostante il fenomeno dei furti di sabbia sia ancora vivo e mette a rischio gli ecosistemi marini della Sardegna. Invece sono loro l’ultimo, e spesso l’unico, baluardo a difesa della spiagge dell’isola che ogni anno vengono alleggerite di quintali di sabbia che, solo nei casi più fortunati, ritorna a casa.

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