La Nuova Sardegna

Enologia e innovazione, una stazione meteo nella vigna per il vino del futuro

Enologia e innovazione, una stazione meteo nella vigna per il vino del futuro

La cantina di Luogosanto punta sulle previsioni del tempo circoscritte. L’ad: «L’analisi del microclima è fondamentale per la qualità del prodotto»

28 dicembre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il successo o il fallimento di qualsiasi azienda agricola dipendono dal clima. Fino a quando il meteo è generoso, soprattutto in Sardegna, il problema non si pone. Quando invece fa le bizze, si rischia di perdere mesi di lavoro e le conseguenti prospettive di guadagno in poche ore. Basta una grandinata nel momento meno opportuno. Ecco perché Siddùra, la cantina di Luogosanto, ha deciso di investire nella tecnologia organizzando una piccola stazione meteo in grado di fornire previsioni circoscritte al suo “terroir”, l’area le cui condizioni permettono la realizzazione di un prodotto specifico.

L’innovazione. «Il lavoro di mappatura che già da qualche anno impegna Siddùra con lo studio dei microrganismi presenti nel suo terroir, ci ha confermato come l’analisi del microclima sarà sempre più importante nella previsione del cambiamento delle zone climatiche – spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato della cantina di Luogosanto –. Siddùra si è dotata di un sistema di controllo meteorologico che consente di studiare il microclima, compresa la misurazione delle escursioni termiche che incidono sulla qualità dei vini. Il sistema influisce anche sulla prevenzione dei trattamenti fitosanitari: le temperature e il grado di umidità incidono sullo sviluppo delle nevrosi in campo. La stazione capta questi mutamenti e suggerisce all'agronomo il trattamento adeguato». Ma le previsioni personalizzate non sono la prima fuga in avanti verso il futuro: «Già con il sistema “Piante che parlano” abbiamo adottato una strumentazione che ci consente di monitorare lo stato idrico del suolo e il fabbisogno d’acqua della pianta in base alle mutanti condizioni climatiche – sottolinea Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra –. Poi c’è la stazione meteo con la quale giornalmente valutiamo l’area di lavoro sui vitigni, visualizzando le previsioni meteorologiche e climatiche giornalmente e nell’arco della settimana».

I cambiamenti climatici. Secondo un’ organizzazione no profit statunitense che si occupa della salvaguardia dell’ambiente anche in Sardegna ci sarebbero aree vinicole che potrebbero essere danneggiate dai cambiamenti climatici, entro il 2050. Gran parte delle zone interne della Sardegna sono tra quelle a maggior rischio. «Pensiamo che il microclima di Siddùra e l’adattamento delle piante del vermentino e del cannonau, siano la migliore risposta a quello che sta succedendo – sottolinea Ruggero –. attraverso alcune simulazioni si è scoperto come saranno i Borgogna nel 2050, diversi da quelli di oggi a causa dei cambiamenti climatici. Anche in Sardegna ci sarà questa mutazione: stiamo andando incontro al vermentino e al cannonau del domani. Anche in questo caso si verificherà un cambiamento del gusto, né migliore né peggiore. Semplicemente diverso».

Le nuove regole. In futuro alcune zone potrebbero perdere le caratteristiche necessarie per accogliere un vitigno. Cambiare i disciplinari che determinano le coltivazioni diventerebbe quindi un’esigenza: «Per non arrivare impreparati di fronte a questi cambiamenti, le cantine devono studiare il proprio microclima e raccogliere moltissimi dati – conferma Ruggero –. Dobbiamo lavorare sulla mutazione genetica e creare la pianta perfetta che si possa adattare a quel microclima particolare, esaltando ancor più le qualità del terroir. Sarà compito degli agronomi captare la resistenza di una pianta. In futuro, il team perfetto nei campi sarà composto da meteorologi, agronomi ed enologi». Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni dicono che i vitigni costieri dell’isola saranno costretti a trovare casa verso l’interno. Siddùra sta provando a non farsi trovare impreparata immaginando il futuro dell’enologia sarda studiano il clima e le sue prospettive: «Già oggi è fondamentale adattarsi ai cambiamenti climatici, non possiamo più contare sulla storicità – conferma Vitaletti –. L’uva cambierà, dobbiamo essere bravi a far trovare alla pianta le giuste condizioni senza tuttavia cambiarne le caratteristiche». (c.z.)

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative