La Nuova Sardegna

Riformatori: cinema, legge da rivedere

Riformatori: cinema, legge da rivedere

Cossa e Vargiu agli alleati: è inadeguata perché non sostiene i talenti sardi

29 dicembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. La legge sul cinema così com’è non va bene. Parola dei Riformatori, che chiedono al centrodestra, in caso di vittoria, di porvi rimedio con una norma nuova di zecca. I Riformatori hanno presentato una richiesta ufficiale al tavolo programmatico della coalizione in vista delle prossime regionali. Un input, dunque, che arriva dall'interno dello schieramento e che si concretizza in una serie di punti illustratidai vertici del partito, Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa e Franco Meloni, e da una operatrice del settore, Enrica Anedda, direttrice di Cinemecum che ha dato il suo contributo alla stesura delle proposte. «A 12 anni dalla sua nascita la legge è inadeguata e inattuata sotto diversi profili – spiega il consigliere regionale Michele Cossa – serve una nuova legge moderna e funzionale al raggiungimento degli obiettivi: sostenere i talenti sardi nella realizzazione di prodotti cinematografici in grado di raggiungere il mercato globale e attrarre nell'isola le grandi produzioni nazionali e internazionali».

Secondo i Riformatori, la legge del 2006 dovrà essere riscritta. «Serve uno strumento che garantisca trasparenza nell'assegnazione dei contributi e valorizzi l'immagine nella Sardegna nel mondo – sottolinea l’ex deputato Pierpaolo Vargiu –. Produzioni come la fiction “L’Isola di Pietro” con Gianni Morandi, tanto per citarne una, hanno favorito un aumento di flussi turistici verso Carloforte».

Tra i punti principali della proposta dei Riformatori il potenziamento della Film Commission, che deve assumere il ruolo di regia, punto di riferimento per tutte le attività legate al cinema e deve dotarsi di un codice etico. Ancora: è necessaria l'istituzione di un tavolo di monitoraggio per verificare gli effetti della legge e le sue ricadute culturali e economiche. Prioritario dovrà essere un tavolo di confronto fra tutti gli operatori sardi. «Va rivisto il criterio dell'identità sarda, prioritario rispetto alla qualità e alla capacità di incidere sul mercato e far conoscere la Sardegna nel mondo – dice infine Enrica Anedda – nonostante gli straordinari set naturali ancora troppo poche produzioni scelgono l'isola e il comparto è inadeguato e disarticolato. Un’occasione perduta».

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative