La Nuova Sardegna

L’Europa promuove l’isola: spende bene i nostri fondi

L’Europa promuove l’isola: spende bene i nostri fondi

La Regione supera i controlli della Ue e mette in salvo le risorse non utilizzate

30 dicembre 2018
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SASSARI. Bruxelles promuove la Sardegna: l’isola sa spendere le risorse che arrivano dall’Europa. E lo fa anche risultati migliori rispetto alle aspettative. Negli ultimi tre anni la Regione ha utilizzato 13 milioni in più del minimo richiesto da Bruxelles e ha messo così al sicuro i fondi non spesi. Le ferree regole della Ue prevedono infatti che chi non riesce a raggiungere l’obiettivo di spesa obbligatoria perda automaticamente i fondi non utilizzati. Dal 2015 dunque, ovvero l’anno di approvazione del Por Fesr - il fondo europeo per lo sviluppo regionale -, la Sardegna ha certificato complessivamente 161 milioni e 500mila euro a fronte dei 147 milioni e mezzo richiesti entro dicembre 2018, data del primo tagliando ufficiale di verifica con l’Europa sull’andamento della spesa. «Un risultato di cui siamo molto soddisfatti, ci riempie di orgoglio e ci stimola a procedere con ancora più rapidità per destinare tutti i fondi a nostra disposizione a progetti di qualità – dice l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci –. La novità dei controlli in itinere sugli obiettivi senza aspettare la fine della programmazione, è un ulteriore impulso a lavorare bene e in fretta: siamo contenti dei risultati raggiunti e lavoriamo per migliorarli, a vantaggio della qualità della vita di tutti i sardi, perché i nostri sono progetti concreti, con ricadute reali nella vita quotidiana di tutti cittadini, migliorandola». Il risultato raggiunto, sottolinea Paci, «è merito dell’Autorità di gestione Graziella Pisu e di tutti coloro che con il loro lavoro e impegno quotidiano negli assessorati, negli enti locali e nelle agenzie, ne hanno permesso il raggiungimento».

I fondi europei sono uno degli strumenti utilizzati dall’isola per rilanciare l’economia alle prese con una crisi senza precedenti. Il Fesr, con 930 milioni, prevede interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Le risorse utilizzate dalla Sardegna e certificate sono così suddivise: 21,7 milioni sono stati spesi per la ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione; 33,2 per l’agenda digitale; 32,2 per la competitività del sistema produttivo; 23,1 per energia sostenibile e qualità della vita; 10,8 per la tutela dell’ambiente e prevenzione dei rischi; 22,5 per la valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici. E ancora: 7 milioni e 700mila euro sono stati spesi per la promozione del l’inclusione sociale e della lotta alla povertà e 10,4 per assistenza tecnica. In totale fa 161 milioni e mezzo, ovvero 13 più dei 147,5 richiesti. .

«Stiamo dimostrando di essere una Sardegna dinamica, che si sta muovendo, pronta a cogliere le nuove sfide dell’innovazione e dell’alta tecnologia – conclude Paci, che è anche il vicepresidente della Regione –. Quando ci siamo insediati abbiamo fatto una corsa contro il tempo pazzesca per recuperare i ritardi della precedente programmazione e siamo riusciti a non perdere neanche un euro. Oggi siamo ancora più forti di questo risultato, in cui abbiamo sempre creduto e per il quale ci siamo impegnati ma che non era affatto scontato. I fondi europei sono un’occasione preziosa, dobbiamo essere capaci di sfruttarla al meglio e fino in fondo: la Sardegna, in questi cinque anni, ha dimostrato di esserne capace». (al.pi.)

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