La Nuova Sardegna

Gambero Rosso, tre bicchieri a 14 vini sardi: è nuovo record

Gambero Rosso, tre bicchieri a 14 vini sardi: è nuovo record

Tre le novità assolute per il premio della guida: Nuracada, Terresicci e Pro Vois

01 ottobre 2019
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La Sardegna fa registrare un nuovo record nei riconoscimenti che la guida Gambero Rosso assegna ai vini: dopo il boom dei tredici premi Tre Bicchieri assegnati lo scorso anno a produzioni isolane inserite nel prestigioso elenco per il 2019, quest’anno sono 14 le bottiglie che hanno ottenuto l’oscar italiano della categoria. Di questi vini, ben tre sono novità assolute: il Nuracada Bovale 2017 della giovane azienda Audarya di Serdiana; il Terresicci 2014, Barbera Sarda della Cantina di Dolianova; il Nepente di Oliena Pro Vois Riserva 2014 della Fratelli Puddu di Oliena.

Per le altre si parla di conferme: sono l’Alghero Torbato Terre Bianche Cuvée 161 2018 (Tenute Sella & Mosca di Alghero, lo scorso anno trionfò col Torbato Catore); il Cannonau di Sardegna 2017 della cantina Antonella Corda di Serdiana, vino già premiato con l’annata 2016 all’esordio assoluto; il Cannonau di Sardegna Cl. Dule 2016 di Giuseppe Gabbas (Nuoro, bis dell’annata 2015); il Capichera V. T. 2016 delle tenute Capichera di Arzachena; il Carignano del Sulcis 6Mura Ris. 2016 della Cantina Giba, reduc e dal successo dell’annata 2015; il Carignano del Sulcis Sup. Terre Brune 2015 della Cantina di Santadi, già vincitore con l’edizione 2014; il Turriga 2015 di Argiolas (Serdiana); il Vermentino di Gallura Sup. Costarenas 2018 della cantina Masone Mannu di Monti; il Vermentino di Gallura Sup. Sciala 2018 di Vigne Surrau (Arzachena, già vincitore con l’annata 2017); il Vermentino di Gallura Sup. Soliànu 2018 (Tenuta Matteu Arzachena di Andrea Ledda, cantina che lo scorso anno vinse con Azzesu, il vino prodotto sul vulcano spento Pelao); il Vermentino di Sardegna Stellato 2018 della cantina Pala di Serdiana, che fa il bis rispetto al 2017.

Commentando i riconoscimenti, gli esperti del Gambero Rosso parlano di crescita costante del vino sardo, affermando che «dagli oltre 600 campioni degustati esce una regione in gran forma. La qualità riscontrata è sempre più alta, ma non solo sotto il mero profilo sensoriale (equilibrio, armonia, complessità gusto-olfattiva). I bianchi e rossi proposti sono sempre più autentici, territoriali, rispettosi quindi dei vitigni nelle loro zone più vocate di appartenenza». Il segreto sta «nei suoli e microclimi completamente diversi: si va dalle sabbie a pochi metri dal mare, al granito in zone collinari, passando per terreni scistosi che arrivano anche a oltre 700 metri d’altitudine». Specificità territoriali che le tecniche di cantina non omologate ai gusti internazionali valorizzano.

Ciò che viene criticato è invece che questi sforzi non sono «supportati a dovere dalle denominazioni di origine, ferme quasi tutte al loro anno di nascita. Sono troppo poche le Doc territoriali e avere dei disciplinari regionali per i vitigni più rappresentativi (cannonau, moscato e vermentino) non valorizza di fatto quanto detto in termini di terroir». Insomma, secondo Gambero Rosso «sarebbe ora che tutto il comparto prendesse in mano la situazione per dare alla Sardegna il posto che merita».(a.palmas)

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative