La Nuova Sardegna

Sardegna, piani contro le calamità: in 47 Comuni non esistono

Sardegna, piani contro le calamità: in 47 Comuni non esistono

Sono obbligatori dal 2012, l’assessore all’Ambiente Lampis: ritardo da colmare

12 ottobre 2019
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CAGLIARI. Nessuno dovrebbe rischiare la vita quando c’è un’allerta meteo. Accade, purtroppo, e spesso la colpa non è solo della natura, ma di qualche azzardo. Oppure del fatto, abbastanza clamoroso, che ancora 47 Comuni su 377 non hanno un piano per far fronte ai disastri ambientali, nonostante sia obbligatorio dal 2012. «Ci siamo impegnati a colmare anche questo buco nero, perché la prevenzione dovrà essere il nostro punto di forza per ottenere il massimo della sicurezza», ha detto l’assessore all’ambiente Gianni Lampis. Lo ha detto nel presentare la sette giorni regionale – da domani al 19 ottobre – della Protezione civile, con in testa uno slogan che da solo dice tutto: «Io non rischio». I Comuni ancora fuorilegge sono tutti abbastanza piccoli: «Con i sindaci, ci vedremo presto in prefettura. La Regione è pronta a scendere in campo per cancellare le 47 macchie dalla mappa».

Le iniziative. Ventisette Comuni coinvolti, visite guidate delle scolaresche alle centrali operative, simulazioni e soprattutto un’esercitazione in grande stile sul Flumendosa. Mercoledì 16 il Sarrabus scoprirà quali dovranno essere le contromisure in caso di eventi da brivido, in questo caso un maremoto. Sarà un test a cui, oltre alla Protezione civile, parteciperanno le squadre dei vigili del fuoco, gli operai dell’Agenzia Forestas, volontari, Croce Rossa e Capitaneria di porto. «Sarà la nostra colonna mobile a guidare le operazioni di evacuazione simulata e assistenza alle popolazioni coinvolte nell’ipotetica catastrofe», ha aggiunto Antonio Belloi, direttore generale della Protezione civile. Il cartellone delle iniziative sarà comunque lungo in questa settimana fra eventi, installazioni e convegni, come lo è quello dei Comuni coinvolti, in ordine alfabetico: Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Domusnovas, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Iglesias, La Maddalena, Nuoro, Olbia, Oristano, Orune, Ottana, Pula, Quartu, Quartucciu, San Nicolò Arcidano, Sardara, Segariu, Sinnai, Tortolì e Usini. «È in queste piazze – ha sottolineato l’assessore – che metteremo in mostra le capacità organizzative di un sistema in cui la Regione investe 20 milioni l’anno e che può contare su una task force di circa 7mila uomini». Però soprattutto «vogliamo aumentare il grado di consapevolezza dei cittadini davanti al rischio. I comportamenti di ognuno sono decisivi per la prevenzione ed è per questo che tutti dobbiamo conoscere le buone pratiche fino a impararle a memoria», ha ribadito Lampis.

Le prescrizioni. È molto interessante un opuscolo, che sarà diffuso, su cosa fare durante un’allerta, per esempio non dormire nei seminterrati, durante l’evento (evitare di utilizzare l’auto) e cosa tenere a portata di mano: il kit del pronto soccorso, alimenti non deperibili, scarpe pesanti, scorte d’acqua potabile, cerate, torce elettriche e il cellulare.

Allerte meteo. Sui bollettini, in passato, le polemiche sono state tante, ma alla fine la macchia è diventata efficiente. « L’allerta meteo – ha detto l’assessore è uno dei temi che spesso ha acceso il dibattito nei territori, nei rapporti tra la Regione e I Comuni. Noi vogliamo riaffermare un principio chiaro: non scarichiamo responsabilità su nessuno, ma cerchiamo alleati per prevenire le situazioni di pericolo».

Contributi. Quasi un milione e mezzo è stato stanziato in questi giorni dalla Regione a favore dei Comuni che tra maggio 2018 e febbraio sono stati colpiti da calamità naturali. I Comuni sono: Arborea, Arzana, Asuni, Ballao, Barumini, Bonorva, Cabras, Escolca, Esporlatu, Girasole, Lanusei, Luras, Marrubiu, Monastir, Nurri, Samatzai, San Nicolò d’Arcidano, Sedini. Serri, Solarussa, Thiesi, Villagrande Strisaili e Zerfaliu, che si vedranno rimborsate le spese sostenute per gli interventi d’emergenza.

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