La Nuova Sardegna

Volevano rapire la salma del Drake: 18 condanne

di Mauro Lissia

Giudizio abbreviato d’appello, solo lievi sconti per la banda dell’orgolese Gianni “Caddina” Mereu

12 ottobre 2019
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CAGLIARI. È arrivata la conferma del giudizio abbreviato d’appello per la banda capeggiata dall’orgolese Gianni “Caddina” Mereu (49 anni) che per l’accusa progettava, fra traffici di droga, compravendite di kalashnikov e assalti ai portavalori, anche il sequestro della salma di Enzo Ferrari, il mitico fondatore della casa automobilistica del cavallino rampante. Accolte quasi alla lettera le richieste del pm Marco Ulzega, la Corte presieduta da Giovanni Lavena ha inflitto diciotto condanne, con qualche leggero sconto di pena riferito ad assoluzioni per alcuni dei reati contestati. Il 21 luglio dell’anno scorso, a conclusione dell’abbreviato di primo grado, Gianni Caddina era stato condannato dal gup Michele Contini a vent’anni di carcere: ieri, difeso da Patrizio Rovelli e Beatrice Goddi, Mereu ha beneficiato di un ricalcolo della pena perché alcuni reati sono risultati assorbiti da altri e dovrà restare in carcere per 18 anni, sette mesi e 20 giorni. L'accusa contestata all'orgolese è di aver promosso, costituito, finanziato, organizzato e diretto un'associazione per delinquere con base a Orgosolo per il traffico di cocaina, eroina, armi da sparo comuni e da guerra in collegamento coi trafficanti calabresi capeggiati da Franco Riillo, una banda allargata a mezza Italia, che riforniva di droga anche la Sardegna. Per gli altri imputati le accuse seguono i diversi livelli di responsabilità all’interno dell’organizzazione criminale. Il giudizio d’appello ha portato buone notizie anche al padovano Renato Bazzan (60 anni), che grazie al patteggiamento in appello si è liberato di alcune accuse di ricettazione: anziché 10 anni e due mesi dovrà scontare 7 anni e mezzo. Tagliate anche le pene per Antonino Modafferi (39 anni) di Parma che da 4 anni e 8 mesi scende a 4 anni e mezzo, Francesco Riillo (47 anni) di Isola Capo Rizzuto da 7 anni e 8 mesi a 6 anni e 10 mesi, infine per il nuorese Giovanni Succu (51 anni) che sconterà 7 anni 11 mesi e 10 giorni anzichè 8 anni. Quanto resta della sentenza di primo grado è stato confermato, per alcuni imputati i giudici hanno applicato la continuazione con reati perseguiti in altri procedimenti: 8 anni per Pasquale Musina (41 anni), 9 anni e 8 mesi per Giovanni Antonio Musina (45), 7 anni e 10 mesi per Antonio Mereu "Antoni mannu" (28) e 3 anni e 6 mesi per Antonello Mereu "Antoni minore" (28) tutti di Orgosolo, 9 anni e 8 mesi per Vincenzo Sini (51), 8 anni e 6 mesi per Salvatore Devias (51) di Orgosolo, 2 anni e 10 mesi per Luciano Canu (76) di Burgos, 2 anni e 8 mesi per l'albanese Gentijan Jimmy Tusha (33), 5 anni e 2 mesi per Giuseppe Mattei (57) di Cadoneghe (Pd), 6 anni e 8 mesi per Willy Bazzan (30) di Conselve (Pd), un anno e 8 mesi per Antonio Giordano (53), un anno e 4 mesi per Rosario Giordano (29) e un anno e 6 mesi per Ruggero Pietro Giordano (26), tutti e tre di Gattatico (Re). La sospensione condizionale della pena riguarda i tre fratelli Giordano, mentre i due Bazzan, Gianni Mereu, Pasquale Musina, Antonio e Antonello Mereu, Succu, Riillo, Mattei e Modafferi dovranno pagare spese di giudizio e di mantenimento in carcere. Gli imputati sardi sono stati difesi anche dagli avvocati Carmelino Fenudi, Duilio Balocco, Michele Mannironi, Giuseppe Luigi Cucca, Antonio Tuccari, Alessandra Maria Del Rio, Riccardo Floris, Angelo Magliocchetti, Andrea Buesca e Stefano Marcialis. L'esistenza della banda Mereu divenne pubblica all'alba del 28 marzo 2017, quando i carabinieri di Nuoro portarono a termine una vasta operazione in Sardegna e nella penisola. Vennero eseguite 34 ordinanze di custodia cautelare. Le indagini successive agli arresti allargarono il campo delle accuse e il numero degli indagati: ai vari giudizi ne sono arrivati 41.

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