La Nuova Sardegna

L'arresto di Scanu: con 5 fallimenti alle spalle vigilava sui conti di 42 scali

di Mauro Lissia
Alberto Scanu
Alberto Scanu

Nel 2018 la nomina a revisore, l’anno prima la Sogaer l’aveva scelto come ad

15 ottobre 2019
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CAGLIARI. [[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:cagliari:cronaca:1.17897214:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/cagliari/cronaca/2019/10/15/news/bancarotta-fraudolenta-alberto-scanu-sceglie-il-silenzio-1.17897214]]Con cinque fallimenti alle spalle, Alberto Scanu è stato nominato da Assaeroporti revisore effettivo dei conti delle 35 società che gestiscono i 42 aeroporti italiani. Lui, impegnato nel far quadrare conti incompatibili, doveva vigilare sui bilanci degli altri. Immaginate che cosa avrebbero pensato i gestori degli altri aeroporti italiani se avessero saputo che il revisore dei loro conti aziendali sarebbe stato un plurifallito, con un’esposizione incalcolabile nei confronti del sistema bancario, coi beni personali sequestrati e già informato attraverso due avvisi di proroga che la Guardia di Finanza era impegnata in un’accurata verifica dei suoi atti amministrativi e rendiconti bancari, le cui anomalie milionarie risultavano chiaramente dalle curatele fallimentari e dalle prime relazioni del consulente tecnico del pm Giangiacomo Pilia. Gli stessi documenti, integrati ad aprile 2019, che hanno indotto la Procura a chiedere al gip l’arresto di Scanu a febbraio di quest’anno.

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D’altro canto la cosa non può sorprendere: quando Scanu è stato nominato amministratore delegato di Sogaer, il 26 settembre 2017, aveva già nel suo recente passato il fallimento di tre società, con una voragine finanziaria accertata di quasi 35 milioni di euro. Il tribunale gli aveva messo sotto sequestro i beni di famiglia ed era in corso la procedura di revocatoria della clinica Sant’Elena, di cui Scanu aveva deciso di vendere il cespite sanità per tenersi l’immobile di Quartu e darlo in affitto alla società di gestione Kinetika per un milione e 350 mila euro l’anno, che non si sa dove siano finiti. Ma la situazione di disastro finanziario in cui viaggiavano l’imprenditore e la sorella Laura, riscontrabile con una semplice consultazione del portale fallimenti del tribunale di Cagliari, non era bastata a dissuadere i vertici della Camera di Commercio, che controlla Sogaer, da una nomina quantomeno rischiosa sul piano dell’immagine societaria. Nessuna opposizione da parte del consiglio di amministrazione di Elmas neppure quando Scanu - siamo al 20 settembre 2018 - è stato nominato revisore dei conti effettivo dell’Assaeroporti, l’associazione che riunisce i 35 gestori dei 42 scali italiani.

Eppure la realtà, descritta puntualmente nell’ordinanza del giudice Giampaolo Casula, è questa: attorno a Scanu si era formata una solida rete di protezione che aveva le sue origini nella politica regionale di centrodestra e negli uomini della sottopolitica che gestiscono il potere locale. Una rete di cui, a leggere la relazione ispettiva della Banca d’Italia e le valutazioni del giudice, non era estraneo il Banco di Sardegna e le sue controllate, disponibile ad aiutare in ogni modo possibile l’imprenditore cagliaritano malgrado le sue dieci società fossero fallite o in stato prefallimentare, in un vortice di denaro trasferito o sparito che avrebbe dovuto generare almeno qualche sospetto. Come è finita ora si sa: quasi 27 milioni che probabilmente l’istituto bancario non vedrà mai più, soldi transitati da una società all’altra fino a produrre un “saldo” negativo di oltre 60 milioni che le Fiamme Gialle stanno cercando di rintracciare.

Forse erano solo voci quelle che l’inverno scorso davano Scanu in corsa per la candidatura alla presidenza della Regione, ma è certo che ora la vicenda Scanu potrebbe pesare come un macigno sulle scelte di spartizione programmate per il prossimo futuro e sulle quali si negozia in questi mesi. L’indagine della Procura e della Guardia di Finanza è difatti tutt’altro che conclusa: ci sono ancora tre società che fanno capo a Scanu in corsa verso il fallimento, società che portano in pancia anomalie sulle quali il pm Pilia vorrebbe fare chiarezza partendo dai rapporti privilegiati con le banche. I quattro arresti segnano solo una fase dell’inchiesta, altre sorprese sembrano vicine.

Stamattina (15 ottobre) intanto si svolgerà l’esame di garanzia di Scanu al carcere di Uta, dove l’imprenditore è rinchiuso da sabato scorso. Si tratterà di un atto formale, perché il difensore Rodolfo Meloni ha già informato il gip che l’indagato non risponderà alle sue domande fino a quando non avrà valutato gli atti dell’indagine. Il passo successivo sarà il ricorso al tribunale del riesame sulle esigenze cautelari, mentre ancora stamattina ma nell’ufficio del gip Casula si terranno anche gli esami di garanzia della sorella dell'ex numero uno di Confindustria Sardegna Laura Scanu e del commercialista cagliaritano Giovanni Pinna, difesi dagli avvocati Maria Simona Chelo e Pietro Alberto Ippolito. A Milano sarà sentito per rogatoria Valdemiro Giuseppe Peviani, il terzo indagato per il quale il giudice Casula ha ordinato la custodia cautelare ai domiciliari.
 

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