La Nuova Sardegna

L'INTERVISTA

Christian Solinas: «L’isola cambia marcia, subito trasporti e sanità»

di Luca Rojch
Il presidente della Regione Christian Solinas
Il presidente della Regione Christian Solinas

Il governatore: «Già presentato all’Ue un modello di continuità aerea. Tariffa unica, prima i 2 hub di Roma e Milano, ma presto anche altri aeroporti»

18 ottobre 2019
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SASSARI. Disegna la Sardegna che verrà e lui l’ha già chiara nella sua mente. Il governatore Christian Solinas fa capire di tenere tra le mani il timone della giunta. E di avere già tirato su alcuni dei pilastri portanti dell’edificio di governo. Spiega di avere presentato un modello di continuità territoriale all’Ue. Con alcuni punti cardine. Tariffa unica, due hub a Roma e Milano e altri aeroporti che saranno presi in considerazione in un secondo momento. Sulla convenzione ha ancora una volta chiesto al governo di sedersi al tavolo e pare avere trovato una prima convergenza con il ministro. Conferma che la riforma sanitaria arriverà subito. Striglia la sua maggioranza che va troppo in ordine sparso sulla questione Province. Chiede un tavolo nazionale per l’emergenza latte. E sull’urbanistica ribadisce che nascerà un testo unico presentato dalla giunta che farà sintesi tra tutte le sensibilità. Quelle dei partiti di maggioranza, ma anche quelle degli ambientalisti. Difende il metano e boccia l’idea dell’elettrodotto. Un governatore che sembra più lucido e determinato anche di buona parte della sua giunta.

Governatore, tra meno di sei mesi scade la proroga della continuità territoriale aerea. È già in ritardo.
«Non è così. Abbiamo definito con l’assessorato ai Trasporti un nuovo modello di continuità che tiene conto delle leggi europee e delle migliori esperienze comunitarie. Abbiamo modificato l’intero impianto. Siamo partiti dal computo dell’offerta settimanale e da quanti posti sono necessari per garantire il servizio. Sia per soddisfare le esigenze dei sardi, sia per consentire la programmazione turistica. Si deve arrivare e partire dalla Sardegna con tariffe sostenibili. Abbiamo fatto una bozza definitiva e la abbiamo inviata alla rappresentanza italiana a Bruxelles. Abbiamo chiesto un appuntamento ufficiale per definire con il ministero un percorso comune. E contiamo di arrivare in tempi brevissimi a un via libera definitivo. Con le proroghe abbiamo assicurato la continuità in questi mesi ponte. La stagione turistica si è svolta in modo regolare senza lamentele».

Ma quanti aeroporti riguarderà la nuova Ct1?
«È un modello in due tempi. Come quello che avevamo proposto più di 10 anni fa. Si parte con gli hub di Roma e Milano e si completerà con un’offerta sugli aeroporti medi».

Ma puntate alla tariffa unica?
«Noi affermiamo il principio che la continuità territoriale non è una forma di aiuto sociale, non serve solo per il viaggiatore. Al contrario è ciò che consente di connettere territori interi alla terra ferma. È un’autostrada. E come le autostrade deve essere bidirezionale con un solo pedaggio per tutti. Una sola tariffa per tutti, non solo per i sardi».

Air Italy e Alitalia oggi coprono le rotte in Ct1, entrambe vivono un momento chiave. La preoccupa?
«È vero, ma noi non possiamo incidere. Sono società che vivono un momento particolare. Da parte nostra verifichiamo la possibilità di dare un ruolo alla Regione o alla Sfirs nell’ipotesi di ristrutturazione delle società».

Intende entrare nel capitale sociale?
«È una prospettiva che prendiamo in esame».

C’è un altro nodo legato ai trasporti, la continuità marittima. La nuova convenzione scatterà a luglio e la Regione sembra ancora tagliata fuori.
«Guardi proprio oggi nella conferenza Stato-Regioni abbiamo discusso con la ministra dei Trasporti Paola De Micheli. E ho chiesto il coinvolgimento della Regione nella stesura della nuova continuità. Il ministro mi ha rassicurato che il dossier è aperto e si arriverà al più presto alla definizione di una procedura che dia stabilità al sistema».

Ma verso quale sistema si va? La conferma della convenzione con una compagnia o un modello diverso?
«Ci dobbiamo confrontare, ma ho intuito una disponibilità all’apertura verso un modello che privilegi il passeggero, come in Corsica. Il tema è la sostenibilità di questo modello per la Sardegna. Non possiamo pensare che ci siano porti che sulla base dei calcoli dei passeggeri vadano chiusi al servizio».

Si riferisce ad Arbatax?
«Non solo. Anche Cagliari sulla carta ha un traffico passeggeri che dal punto di vista del puro mercato non regge. Proprio per questo servono i collegamenti in convenzione».

A che punto è la sua riforma della Sanità?
«Ho ricevuto dai gruppi le prime osservazioni e ne attendo altre. Stimoli che la giunta prende in considerazione. Ma ora la riforma arriverà in consiglio. Sarà calendarizzata e verrà dibattuta in aula. Non si può più attendere. I correttivi vengono accolti in modo positivo. Non mi innamoro mai delle formule rigide. Ma è fondamentale approvare subito una riforma che servirà per i prossimi 30 anni».

Non pensa che l’incertezza sulle Province rallenti anche la riforma sanitaria? Senza province niente Asl.
«Credo che ora i consiglieri regionali siano chiamati a un atto di responsabilità nei confronti del popolo sardo. Ci hanno votato per avere chiarezza su sanità, urbanistica, trasporti, enti locali e macchina organizzativa. E su questi temi dobbiamo dare risposte compatte e immediate. Io sono convinto che non sia un buon metodo dare la priorità a sé stessi. La priorità è il bene collettivo dei sardi. E se qualcuno su questo non mi segue posso dire che è inutile continuare a guidare questa coalizione».

Lei è convinto di trovare un accordo sulle Province?
«Per noi sono indispensabili per le funzioni che svolgono per strade, scuole e ambiente. In questi anni si è fatta molta demagogia. Credo sia giunto il tempo in cui sostituire alle 57 unioni di comuni organismi più snelli e semplificare il quadro normativo».

Riuscirete a mantenere due promesse molto impegnative, non cancellare le scuole e non chiudere neanche un ospedale?
«Per quanto riguarda l’aspetto sanitario da subito abbiamo indicato l’esigenza di una riforma. E da subito abbiamo detto che va cambiata la politica ospedaliera. Le prestazioni devono avere qualità e la medicina territoriale deve essere il vero filtro. Inutile fare andare pazienti nelle città quando molte delle operazioni possono essere svolte anche in presidi sul territorio. Ci deve essere una netta distinzione tra la fase acuta e quella cronica».

La vertenza latte sembra essersi impantanata.
«In questo caso credo che si debba riportare la vertenza a livello nazionale. Abbiamo già parlato con la ministra Teresa Bellanova. Dovrà essere lei a gestire il tavolo con tutti i player nazionali. Dai produttori alla grande distribuzione, alle associazioni. La dimensione regionale non basta . Si deve poi coinvolgere tutto il mondo delle campagne per trovare una soluzione di filiera. Inutile andare avanti senza valutare la qualità della materia prima. Va premiato anche chi rispetta le quantità di produzione».

C’è anche il nodo del trasporto ferroviario. E mi riferisco anche al trenino verde.
«Sul trenino verde valutiamo due diverse ipotesi alternative che ne prevedono la valorizzazione con la creazione di una spin-off dall’Arst. Si deve programmare la linea turistica in modo indipendente rispetto al trasporto pubblico locale. Dobbiamo valorizzare il materiale rotabile storico. E anche sulla rete Rfi abbiamo chiesto che vengano spese più risorse sulle reti isolate. Si investa in sicurezza e nella rettifica dei tracciati per consentire ai treni di viaggiare in tempi ridotti».

C’è tanto affollamento intorno all’urbanistica. In consiglio ci sono già due leggi, l’assessore promette di presentare la sua, mentre gli ambientalisti si stanno già mobilitando.
«Il fatto che ci siano più contributi è un ottimo segnale. Mi rende felice. Significa che c’è attenzione sul tema e che in maggioranza ci sono diverse sensibilità. Con l’assessore Quirico Sanna porteremo a termine un testo unico. Una legge urbanistica che tenga conto delle richieste arrivate dalla maggioranza, ma anche dei contributi degli ambientalisti, dei professionisti e di quelle che emergono da più parti».

Non teme frizioni con gli ambientalisti?
«No, io sono per il confronto. È chiaro che deve essere un confronto privo di pregiudizi e aperto al dialogo. La giunta non vuole depauperare il bene più prezioso dei sardi, il loro ambiente. Ma vuole restituire certezze ai cittadini. Oggi i sono i numeri a dire che l’attuale sistema non funziona. Sono stati persi 30mila posti di lavoro in edilizia. Solo pochi comuni sono stati in grado di realizzare un Puc che non vada in contrasto con le norme in vigore».

Sull’energia si rischia lo scontro con il governo che non crede al metano e punta sull’elettrodotto.
«Ho detto più volte che per noi il metano è l’unica strada percorribile per portare energia a un costo competitivo. È una fase di transizione verso l’energia da fonti rinnovabili, ma è uno step indispensabile. Puntare sull’elettrodotto significa mantenere il costo dell’energia a tariffe insostenibili che penalizzerebbero i cittadini e le imprese sarde».

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