La Nuova Sardegna

Vendita Auchan-Conad, a rischio 150 lavoratori

di Silvia Sanna
Vendita Auchan-Conad, a rischio 150 lavoratori

I sindacati: tagli degli organici in vista nei quattro ipermercati dell’isola. Il 30 ottobre vertice al Mise e sciopero dei dipendenti in tutta Italia  

18 ottobre 2019
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SASSARI. Dei 738 dipendenti distribuiti nei 4 ipermercati Auchan dell’isola, almeno 150 potrebbero rimanere a casa all’arrivo del nuovo padrone Conad. I numeri, ufficiosi, potrebbero addirittura aumentare in maniera inversamente proporzionale alla riduzione delle aree vendita degli iper isolani di Sassari, Olbia e Cagliari (Santa Gilla e Marconi). La trattativa con i sindacati a Roma si è arenata proprio sul tema delicatissimo della tutela del personale: Conad non ha fornito garanzie sul destino dei 18600 dipendenti e ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil che chiedono con insistenza la presentazione di un piano industriale ha risposto confermando che ci sarà un “piano esuberi”, il cui contenuto resta ancora top secret. E non c’è chiarezza neppure su quanti e quali saranno i livelli di trattativa: i vertici Conad premono affinché i vari soggetti gestori nei territori (come le Coop) possano assumere decisioni autonome nei punti vendita di competenza, i sindacati chiedono invece che i numeri siano stabiliti nel tavolo unico a livello nazionale per evitare che le realtà meno produttive possano essere penalizzate. Di tutto questo si parlerà al prossimo incontro al Ministero dello sviluppo economico, fissato per mercoledì 30 ottobre. Lo stesso giorno i dipendenti Auchan sciopereranno in tutta Italia contro il piano esuberi: braccia incrociate anche nei 4 iper sardi, dove le voci circolano sui possibili tagli stanno generando grandissima preoccupazione. Non solo: sulla Sardegna sono puntati gli occhi in relazione al caso Olbia, dove Conad con l’acquisizione di Auchan avrebbe una posizione assolutamente dominante nel mercato della grande distribuzione. Al punto che l’Antitrust potrebbe bloccare l’operazione.

Incubo licenziamenti. Dopo 5 mesi e 9 incontri i dipendenti Auchan galleggiano nel limbo dell’incertezza. «Siamo molto preoccupati – dice Marco Marroni, segretario nazionale UilTucs – in particolare per il rischio di perdita posti di lavoro negli ipermercati Auchan nel sud Italia e nelle isole: Campania, Sardegna e Sicilia. Abbiamo il sentore che alcune voci sulla riduzione delle superfici di vendita e di cessione a terzi delle aree dismesse, con il passaggio degli addetti, possano rivelarsi una toppa approssimativa e non risolutiva della vertenza».

Il caso Sardegna. I 4 ipermercati viaggiano su binari diversi. Spiega Cristiano Ardau, segretario regionale UilTucs: «Cagliari-Santa Gilla fa parte dei primi 109 negozi passati a Conad. A Olbia invece Conad detiene già un ipermercato (ex IperStanda) e questo potrebbe indurre l’Antitrust a negare il passaggio dell’iper Auchan per evitare una posizione di assoluta dominanza. Cagliari-Marconi invece fa parte del progetto di ampliamento del centro commerciale e Sassari attende trepidante alla finestra buone notizie. I dipendenti delle 4 strutture potrebbero avere un destino diverso per logiche aziendali ancora misteriose».

I numeri nell’isola. Sono quasi 30mila i metri quadri totali di vendita nei 4 iper Auchan, così distribuiti: 7mila a Olbia con 158 dipendenti, 7600 a Sassari con 179 dipendenti, 7800 a Cagliari-Marconi con 203 lavorartori impiegati e infine 7300 metri quadri a Cagliari-Santa Gilla con 198 dipendenti. Il piano esuberi potrebbe lasciare a casa almeno 150 dipendenti. Ma non si è esclude che il numero possa salire sino a 200 unità. «Ci opponiamo a nuovi disoccupati nel nostro territorio – dice Ardau – e chiediamo di stabilire corrette relazioni sindacali con Conad. Con i vertici di Conad Nord-Ovest da oltre 20 anni sottoscriviamo accordi positivi. Ci chiediamo se questa buona tradizione continuerà». Preoccupazioni e auspici condivisi dai i segretari regionali Nella Milazzo (Filcams Cgil) e Giuseppe Atzori (Fisascat Cisl).

Sos a Conte. Si guarda al 30 ottobre, al prossimo incontro al Mise, e anche oltre. Se il tavolo al ministero dovesse fallire, i sindacati sono pronti a chiamare in causa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

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