La Nuova Sardegna

Un retroscena sardo dietro la strage di piazza Fontana

Un retroscena sardo dietro la strage di piazza Fontana

Nelle carte del Sismi l’addestramento degli agenti di Gladio a Capo Marrargiu

14 dicembre 2019
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SASSARI. Capo Marrargiu e Piazza Fontana. Due mondi diversi e lontanissimi: il primo è un promontorio tra Alghero e Bosa che ospitava un centro di addestramento degli agenti di Gladio, nell’altra c’era la sede della Banca nazionalA dell’agricoltura, sventrata da una bomba esplosa il 12 dicembre del 1969. Ma Secondo i pm Sergio Dini e Benedetto Roberti, ci sarebbero perlomeno alcune coincidenze che avvicinerebbero i due mondi. I segreti sono custoditi in un fascicolo classificato come “segreto” relativo al biennio 1965/66 che era stato intercettato dai pm negli anni novanta, mentre i due indagavano su Gladio, l’organizzazione paramilitare nata per fronteggiare l’incubo dell’invasione russa che animava la guerra fredda.

Sergio Dini ne ha parlato al Corriere della Sera, partendo proprio da Capo Marrargiu e dalla base di Torre Poligna: «Sono carte importanti perché testimoniano l’esistenza di corsi per ufficiali dell’Ufficio D dei Servizi segreti militari, il reparto addetto al controspionaggio e preposto alla sicurezza interna della nazione diversamente dal Reparto R che invece si occupava delle proiezioni estere e gestiva Gladio, in rapporto diretto con la Cia e in contatto con i Servizi francesi, inglesi e belgi. I documenti che noi avevamo sequestrato al Sismi con molte difficoltà, dimostrano che la Cia utilizzava la base anche per altri obiettivi, cioè per intervenire in Italia, sempre con funzioni anticomuniste. Secondo quanto emergeva dall’indagine, la Cia cercava il controllo della nostra politica interna e controllava in particolare il Partito Comunista con schedatura del personale».

Nei corsi che si completavano a Capo Marrargiu si insegnava a usare l’esplosivo convenzionale e non convenzionale con esperimenti pratici, dimostrazioni di sabotaggio e di colpi di mano: «Ma quelli non erano anni di emergenze interne – continua Dini –. C’era la guerra fredda, si temeva un’invasione da est, ma di questo si doveva occupare il Reparto R, cioè Gladio. Non si capisce il perché di questa attività del Reparto D, visto che le prime bombe e poi Piazza Fontana sono del 1969. Io collegherei quei corsi anche a un altro momento storico successivo, quello del 1972 e 1973. Dalle nostre indagini era emerso che ci sono state solo due fasi in cui l’Ufficio D aveva fatto corsi di addestramento in Sardegna. Entrambi in anni che precedono periodi di attentati». Il riferimento è alla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 che causò 8 morti e alla strage dell’Italicus, che il 4 agosto del 74 causò 12 morti tra i passeggeri del treno distrutto dalla dinamite.

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