La Nuova Sardegna

La tragedia

Tre vite e tre famiglie distrutte nello schianto sulla Sassari-Alghero

di Davide Pinna
Tre vite e tre famiglie distrutte nello schianto sulla Sassari-Alghero

Chiara, Christian, Antonello: le vittime dell’incidente di domenica. Il dolore infinito dei familiari, degli amici e dei compagni di scuola

19 marzo 2024
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Sassari Un banco di scuola vuoto, una bambina di quattro anni che attende invano il ritorno del padre, il lutto di tre famiglie distrutte. Non bastano certo le poche ore trascorse dal tremendo incidente di domenica sera, fra Tottubella e Sassari, per lenire il dolore dei familiari di Chiara Urgias (16 anni), Christian Foddai (19 anni) e Antonello Murineddu (41 anni). Tre vite spezzate nel giro di pochi secondi, tre famiglie devastate. Una coppia di fidanzati giovanissimi, Chiara e Christian, che stavano insieme già da un po’ e forse sognavano un futuro insieme. Magari nelle campagne della Crucca, la borgata di Sassari dove viveva Christian, che fra poche settimane avrebbe compiuto 20 anni.

Chiara Urgias ieri mattina sarebbe dovuta essere a scuola, al liceo artistico Filippo Figari. Un lunedì di ritorno alla normalità, magari con quel filo di malumore dopo una bella domenica quasi primaverile passata insieme al suo fidanzato, Christian Foddai. Invece il suo banco è rimasto vuoto e lo rimarrà per sempre e i suoi compagni di classe non vedranno più il suo sorriso. «Era una ragazza solare, sempre sorridente, sempre pronta a scherzare e ad affrontare la giornata in modo positivo. Una ragazza gioiosa» racconta, trattenendo a stento la commozione, il suo insegnante di Italiano, Cristian Ribichesu. La notizia della sua morte ha sconvolto i compagni di classe: «Era amata da tutti, per il suo carattere e perché era sempre disponibile ad aiutarli nello studio e nei compiti».

Anche il dirigente scolastico Mariano Muggianu rircorda il carattere di Chiara: «Una ragazza gentile, educata, sempre affettuosa con tutti. La notizia della sua morte ha sconvolto tutta la scuola: siamo attoniti». Proprio per oggi, al liceo artistico era in programma un’assemblea d’istituto: «Penso sarà l’occasione per parlarne tutti assieme, ricordare Chiara e stare vicini alla sua famiglia» spiega il dirigente. I ragazzi saranno accompagnati nel difficile percorso emotivo che dovranno affrontare nei prossimi mesi dagli educatori e dagli insegnanti della classe, ma il ricordo di Chiara non svanirà mai.

Christian Foddai aveva frequentato l’istituto professionale. Dopo il diploma, aveva continuato a lavorare in campagna alla Crucca: «Qui c’è sempre qualcosa da fare» racconta lo zio, Massimiliano Schirru. «L’ho visto crescere con i miei figli, era un ragazzo altruista, molto disponibile al lavoro e all’aiuto, pieno di voglia di vivere e allegro: stare con lui era sempre un piacere. Ed era meraviglioso vederlo crescere e crescere insieme alla sua ragazza Chiara. Lo ricordo bene da bambino, quando indossava le piccole armature da legionario romano e chiedeva anche a noi adulti di partecipare alle battaglie». Christian lascia il padre Angelo, la madre Katiusha e un fratello più piccolo. «I suoi genitori erano attaccatissimi ed estremamente premurosi: lavoravano instancabilmente per garantirgli una vita felice». La sua morte è stata una tragedia inspiegabile e enorme, ma forse non sarà la fine: «Terremo dentro di noi i suoi ricordi, perché siano una fonte inesauribile di felicità. E perché, per i suoi genitori, siano una spinta continua a credere nella vita».

Antonio Luigi Murineddu era un mago dei motori. Quelli nautici, certamente, con cui lavorava ogni giorno in giro per tutta la Sardegna. Ma anche gli altri: «Non lo aveva mai fatto, ma penso sarebbe stato in grado di riparare anche il motore di un aereo» ricorda un amico. Talmente bravo che lo chiamavano il Mastro. Domenica sera stava tornando a casa dalla moglie Milena e dalla piccola figlia, appena 4 anni: «Le amava follemente, erano la sua priorità, la sua ragione di vita» racconta l’amico. «Era la persona più disponibile che conosca, sempre pronto ad aiutare chiunque senza volere mai niente in cambio». Antonello, così lo chiamavano tutti, veniva da una famiglia molto conosciuta in città: il padre Paolo, medico, era scomparso quattro anni fa. La madre, Angelica Lamberti, è una stimata neurologa, conosciuta oltre che per l’attività professionale per il suo impegno nel sociale. Ora, insieme alla moglie di Antonello dovrà aiutare la piccola nipote a crescere senza un padre. L’abbraccio degli amici del padre, una compagnia unita e fino all’altro giorno spensierata, sarà un supporto fondamentale.

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