La Nuova Sardegna

Malasanità

Nel buco nero della sanità sarda, inghiottiti migliaia di dottori

Nel buco nero della sanità sarda, inghiottiti migliaia di dottori

Nel sistema isolano mancano 544 medici di base e 551 specialisti

28 aprile 2024
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Sassari L’affanno è evidente e le pezze sembrano ormai aver assunto le sembianze delle soluzioni definitive. La sanità sarda è alla deriva e le assenze negli organici, in tutti i settori, sono un problema che attende di essere risolto dalla nuova giunta regionale che dovrà operare rapidamente.

Medici di base Il “buco” più evidente, perlomeno in termini numerici, è quello registrato nella medicina di base, quella più vicina ai pazienti. Il 28 marzo scorso, una determinazione dell’assessorato della Sanità aveva definito il numero delle sedi vacanti per il 2024: 544. Considerato il totale degli ambulatori, circa 1200, le proporzioni della falla diventano chiarissime. Ed è altrettanto chiaro che, anche con un ritorno di fiamma studentesco verso la professione, ci vorranno anni per sistemare le falle nella medicina territoriale. Un compito al momento deputato agli ascot, gli ambulatori straordinari di comunità territoriali, che però non dovrebbero durare in eterno.

Pediatri Non va per nulla bene nemmeno il conto dei pediatri di libera scelta, che a febbraio segnava 24 caselle senza nome. Una situazione che, ovviamente, si complica ulteriormente quando i pediatri vanno in pensione. Come è capitato a Sassari appena pochi mesi fa: due pediatri sono andati in pensione scatenando il panico nella Asl sassarese e, soprattutto, lasciando tantissime famiglie senza riferimenti precisi.

Ospedali Fare il conto reparto per reparto è complicato. Secondo i sindacati, il totale degli incarichi vacanti sarebbe di 551 posizioni, così divise: 101 posti “liberi” nell’Asl di Cagliari, 93 in quella di Nuoro, quindi Oristano con 85, poi Olbia con 67, Sassari con 64 e Carbonia con 58. Nello specifico, tra le figure più richieste ci sono quelle dei chirurghi e degli anestesisti. Lo dimostra la lunghissima lista d’attesa dei pazienti oncologici che alla fine dello scorso anno attendevano in 263 il loro turno d’ingresso in sala operatoria. Da Nuoro, poi, la recente richiesta d’aiuto con un ospedale, il San Francesco, che non raggiunge il giusto numero di medici nemmeno in un reparto con Pediatria, ad esempio, che conta 7 medici anziché 13. Peggiore, se possibile, la situazione al Pronto soccorso dove sono rimasti 5 medici rispetto ad una pianta organica che ne prevede 18. L’Oncologia poi, può contare su due sole oncologhe più il direttore.Eppure, da Bruxelles alla fine dello scorso anno è arrivato un incredibile riconoscimento: La Sardegna è la regione europea col maggior numero di medici. L’Ue ovviamente si riferisce ai territori “in ritardo di sviluppo” ma la consolazione, comunque, non arriva.

Emergenza/Urgenza Il Piano di riorganizzazione delle rete territoriale dei mezzi del 118 approvato dall’Areus prevedeva un incremento di 19 postazioni rispetto alle 28 che erano attive sull’intero territorio regionale sino a poco tempo fa. Anche salendo a 47, il numero è rimasto sotto i parametri di legge, dal momento che il decreto ministeriale è molto rigoroso e prevede un mezzo di soccorso avanzato (con medico a bordo) ogni 60mila abitanti, con la copertura di un territorio che non superiore a 350 chilometri quadrati per le zone con difficoltà di accesso. Rispettando i dettami ministeriali, con le sue caratteristiche demografiche la Sardegna avrebbe bisogno di 69 ambulanze medicalizzate. (c.z.)

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