La Nuova Sardegna

Sassari

In memoria di Marzio Lepri, un centravanti fuoriclasse

In memoria di Marzio Lepri, un centravanti fuoriclasse

Fra il 1954 e il 1964 fu il calciatore più popolare della Torres, allora una cosa tra le più amate dai sassaresi. E sassarese s'era fatto anche lui

04 aprile 2013
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Anche Marzio Lepri, andandosene da questo mondo qualche giorno fa, lascia un vuoto nella memoria di Sassari. Fra il 1954 e il 1964 è stato il calciatore più popolare della Torres, allora una cosa tra le più amate dai sassaresi. Sassarese s'era fatto anche lui, Marzio, sposando la figlia del presidente della società, come capitava anche nei grandi club, e restando a Sassari finita la carriera con un anno nel Sorso. Quando arrivò a Sassari aveva 23 anni, ma aveva già giocato nella Ternana e nella nazionale militare dell'Aeronautica. Alto 1,80, peso forma a 78 chili, si vide subito che era un giocatore con i fiocchi. Un centravanti-carro armato, della categoria dei John Charles (faccio il nome per fare un esempio, non voglio esagerare). Divenne presto il giocatore più amato: non la “bandiera” della squadra, perché quel titolo lo deteneva Alì Fogli per l'irruenza e l'incredibile generosità con cui aggrediva gli avversari. Neppure Comunardo Niccolai, che pure giocò qualche anno insieme a lui prima di andare al Cagliari, fu altrettanto benvoluto.

Ho ripercorso la carriera di Lepri nel libro sulla “Storia della Torres” che una decina di anni fa ci ha dato Fiorentino Pironti (con Giovanni Tola e Luigi Soriga, editore Delfino). Ma io Marzio l'ho conosciuto in carne e ossa. Usciva allora a Sassari un giornale del lunedì, “La Gazzetta sarda”, fondato nel 1948 da un coraggioso gruppo di giovanissimi laureati che a dicembre del 1950, preoccupati dei primi debiti, lo avevano “affittato” a Giovanni Sebastiano Pani, figura di selfmade man che Sassari forse non ha né amato né soprattutto onorato come avrebbe dovuto fare. Ci ho lavorato per una quindici d'anni nelle pagine sportive, in cui il cantore della Torres calcio era Rodolfo Mura, con il suo stile un po’ aulico alla Bruno Roghi (poi fu un affermato pubblicitario sul mercato milanese, dove fece da maestro a Gavino Sanna). A me toccava raccogliere qualche aneddoto e le battute degli spogliatoi. Sebbene presto collocato all'ala, Marzio era un bomber di vocazione: è il giocatore che ha segnato più gol in tutta la storia della Torres: 122 in 301 partite. Memorabili quelli nei derby col Cagliari.

All'ultima partita della promozione in C della Torres i ragazzi del vivaio lo portarono in trionfo per tutto il campo. Con me aveva confidenza, quando smise passavo a salutarlo nel suo negozio di via Principe di Piemonte. Era sereno, mai l'ho sentito rimpiangere che la Torres lo avesse negato alla Roma, che l'aveva chiesto molte volte, insistentemente.

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