La Nuova Sardegna

Sassari

Appesi al costone per scoprire Giorrè

di Pietro Simula
Appesi al costone per scoprire Giorrè

Venerdì a Cargeghe sarà presentata la via ferrata realizzata dall’associazione Segnavia per l’assessorato al Turismo

15 maggio 2013
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CARGEGHE. Una via ferrata sul fronte della imponente parete rocciosa di Giorrè, che domina il paesaggio circostante l’abitato. Realizzata con fondi del bilancio comunale su progetto dell’associazione Segnavia in collaborazione col tecnico comunale Manuela Senes verrà presentato venerdì 17 maggio al Centro culturale alle 18,30, sabato alle 15 l'escursione. Ad illustrare il percorso della “Via Ferrata Magola-Giorrè”, dopo l’introduzione del sindaco Salvatore Oggiano, sarà il responsabile di Segnavia Corrado Conca; mentre l’assessore al Turismo e vicesindaco Enzo Mastino farà il punto sulle iniziative progettuali in cantiere finalizzate alla valorizzazione del territorio. L’idea della realizzazione di una via ferrata attrezzata è nata quasi per caso, suscitata dalla particolare suggestione di una zona molto varia, in cui l’ambiente mostra tuttora i segni di una storia secolare e presenta tutte le caratteristiche per una sua fruibilità in chiave turistica, non solo culturale ma anche sportiva. Le rocce di Giorrè, ben visibili dalla principale arteria sarda, la statale 131, rappresentano il tratto estetico caratterizzante dell’intero territorio di Cargeghe. Gli aspetti ambientali, storici e identitari si intrecciano in pochi chilometri quadrati conferendo ad uno spazio così poco esteso, ma nel contempo caratterizzato e ricco sotto tanti aspetti, il valore di uno splendido giardino naturale, cui la mano sapiente dell’uomo ha dato nei secoli un notevole contributo. Le imponenti falesie calcaree, che superano i cento metri d’altezza sviluppandosi per circa due chilometri, apparentemente inaccessibili, nascondono sia antiche tracce di sfruttamento pastorale (lungo un percorso segnato da clessidre scavate sulla roccia) che i primi tentativi di approccio alpinistico risalenti agli anni Ottanta. Il paesaggio sottostante è cosparso di caratteristici massi erratici dalle forme più svariate (su crastu longu) e di grotte e anfratti, per chiudersi nella suggestiva gola di Magola, accesso obbligato per il vasto altopiano di Giorrè dalla cui sommità si gode una vista mozzafiato che spazia dal Monte Santo sino al mare. A valle scorre il Rio dei Mulini, alla cui destra si estende l’imponente “Rocca ’e Mesudie” e i suggestivi massi di “Pedras Serradas”. In tutta l’area tracce importanti di boschi secolari, resti di cuiles, nuraghi, un santuario nuragico, una strada romana, tre necropoli, una ventina di domus de janas, un forno per la calce, un antico mulino ristrutturato, che ha dato il nome al torrente che divide in due l’area. «Con questo contesto così rilevante – afferma l’assessore al Turismo Enzo Mastino –, ho pensato dover essere irrinunciabile la decisione di mettere in cantiere iniziative di valorizzazione che rendessero fruibili tutte queste bellezze naturalistiche, culturali e archeologiche». «La via ferrata – aggiunge – rappresenta un primo progetto, cui farà seguito la creazione di una serie di itinerari archeologici, ambientali, culturali e sportivi». Lungo il percorso tracciato con la via ferrata (circa 2,6 chilometri, la più lunga della Sardegna) sono stati intanto installati ancoraggi permanenti che permettono all’escursionista esperto o al turista sportivo (purchè assistito da una guida) di percorrere in orizzontale e in sicurezza l’itinerario. «La scelta di questo primo progetto – ci tiene a sottolineare il vice sindaco Mastino –, è stata da me fortemente voluta ed accolta con entusiasmo da tutta l’Amministrazione comunale». Per info: www.ferratagiorre.it.

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