La Nuova Sardegna

Sassari

Ambiente: aumentano avvistamenti cetacei nel Nord Sardegna

Ambiente: aumentano avvistamenti cetacei nel Nord Sardegna

Prosegue campagna monitoraggio Dipartimento Veterinaria Sassari

01 ottobre 2013
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SASSARI. Diciassette avvistamenti di stenella (delfino pelagico), quattro quelli di balenottera, uno di zifio, tre di tursiopi (delfino costiero), uno di capodoglio. Sono alcuni degli ultimi dati della spedizione «Sardegna Nord Cetacei» durante la quale complessivamente sinora sono stati censiti 200 esemplari di stenella, cinque balenottere, tre zifii, sette tursiopi e due capodogli. Il veliero «La Reole» del giovane comandante Luca Loddo ha raggiunto domenica sera il porto di La Maddalena, base logistica della spedizione partita lo scorso 25 settembre per la Seconda campagna di monitoraggio dei mari sardi promossa dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari. L'iniziativa è supportata dal responsabile scientifico del progetto, Salvatore Naitana, direttore del Dipartimento di Medicina veterinaria, e coordinata dal ricercatore Andrea Rotta. La spedizione, con un equipaggio formato da ricercatori, studenti, docenti, naturalisti e responsabili della comunicazione, ha come obiettivo quello di raccogliere dati inerenti la dinamica di popolazione e studiare lo stato di salute dei cetacei presenti nei mari sardi. Le attività più frequenti riscontrate sono state quelle di feeding (alimentazione) e traveling (spostamento). Per dimensione il gruppo maggiore avvistato è stato quello formato da 70 stenelle. Rispetto all'anno scorso sono state avvistate molte più madri con piccoli, un fenomeno da attribuire alla stagionalità della ricerca, in quanto durante l'estate si ha il maggior numero di nascite. Da segnalare anche cinque pesci luna e vari uccelli delle tempeste. Le uniche interazioni tra animali - è stato sottolinerato - sono quelle riscontrate tra gabbiani e il capodoglio, e tra stenelle e balenottere. Significativa l'identificazione di un esemplare di tursiope già fotoidentificato nel 2006 per la prima volta nell'Isola dei monaci a Caprera (noto «Mozzo», per via della pinna dorsale falcata in cui manca la parte terminale) e ritrovato nella terza tappa nelle acque prospicienti Santa Teresa di Gallura. Era dal 2007 che non era stato avvistato. Anche questo dato permette ai ricercatori di capire gli indici di dispersione dei cetacei e si arricchisce un database iniziato nel 2006.

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