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Festa di Sant’Antonio tra preghiere, falò e musica

Festa di Sant’Antonio tra preghiere, falò e musica

OLMEDO. La festa di Sant’Antonio Abate quest’anno si celebrerà ad Olmedo sabato 18 gennaio alle 18 invece che il 17, giorno effettivamente dedicato al santo, con l’intento di favorire maggiormente la...

12 gennaio 2014
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OLMEDO. La festa di Sant’Antonio Abate quest’anno si celebrerà ad Olmedo sabato 18 gennaio alle 18 invece che il 17, giorno effettivamente dedicato al santo, con l’intento di favorire maggiormente la partecipazione popolare.

Organizzato dal gruppo “Sos Tres Res”, coordinato da Umberto Puledda, Mario Piras e Vittorio Murroni, i festeggiamenti inizieranno con l’accensione e benedizione del fuoco in piazza Giovanni XXIII, fuoco che rimarrà acceso tutta la notte. Ai partecipanti verrà offerto un piatto caldo di ceci e lardo ed un bicchiere di vino. Il karaoke di Giuseppe Murroni completerà la serata. La festa è molto attesa anche in paese perché il rito del fuoco è considerato da tutti un momento di grande unione tra le persone e di buon auspicio. Inoltre Sant’Antonio è particolarmente venerato dai fedeli di Olmedo.

Sant’Antonio Abate (250-356 d.C.) è uno dei più grandi eremiti del cattolicesimo. È considerato il fondatore dell’ascetismo monastico cristiano e divenne modello di vita spirituale per giganti della fede come Sant’Agostino e San Benedetto. Antonio, nato a Coma in Egitto in una famiglia agiata, a vent’anni abbandonò tutto e si dedicò alla vita anacoretica per più di 80 anni. Egli si dedicò alla preghiera, alla meditazione e al lavoro, non negando sostegno e conforto ai cristiani perseguitati e difendendo la fede dalle eresie. Grazie alla divulgazione della “Vita Antonii” scritta da sant’Atanasio di Alessandria, la conoscenza del Santo si diffuse in tutto il mondo cristiano estendendosi in Oriente e in Occidente. La sua festa fu istituita nel V secolo in Palestina dall’abate Eutimio e venne fissata il 17 gennaio. Ancora oggi in molti paesi della Sardegna, tra cui il più famoso è Mamoiada, la notte del 16 si festeggia e si chiede la sua protezione per gli animali domestici, per guarire le malattie della pelle e in particolare l’herpes zoster (il fuoco di Sant’Antonio). È patrono dei macellai e di quanti hanno a che fare con il fuoco per una leggenda popolare che narra della sua discesa agli inferi per strappare alcune anime al diavolo. Il santo sottrasse a Lucifero il fuoco accendendo il suo bastone e portandolo agli uomini.

È per questo che si usa accendere dei falò per scacciare il male e invocare fertilità e abbondanza. (m.t.r.)

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