La Nuova Sardegna

Sassari

Seviziarono tre disabili, i “tutori” finiscono in cella

Ordine di carcerazione per marito e moglie: devono scontare nove anni La coppia e il figlio costrinsero una delle vittime a congiungersi con un cane

05 aprile 2014
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SASSARI. Seviziarono due fratelli e la loro madre, tutti disabili, che erano stati affidati alle loro “cure” dai servizi sociali. Un ex pescatore di 78 anni e sua moglie, di 44, fino a qualche anno fa residenti in un paese del Sassarese dove si verificarono gli episodi incriminati, ieri sono stati arrestati a San Vito dai carabinieri in esecuzione del provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Sassari. I due devono scontare una condanna definitiva a nove anni di reclusione. Il processo, celebrato a Sassari, aveva scandagliato gli abissi di crudeltà toccati nel 2003 durante la convivenza della famiglia di disabili con i “tutori”. Invece di occuparsi amorevolmente dei loro assistiti, legati alla donna da vincolo di parentela, i due li avevano sottoposti ad atroci sevizie. La ragazzina di 14 anni era stata costretta a congiungersi con un pastore tedesco e suo fratello, 11 anni, era stato ustionato per punizione con l’acqua bollente.

Le atroci sevizie erano state messe in atto anche dal figlio dei due imputati. Il ragazzo, minorenne all’epoca dei fatti, era stato denunciato insieme ai genitori, ma è stato considerato non punibile perché giudicato incapace.

La coppia, che fino a ieri non aveva fatto un solo giorno di carcere, era stata processata con il giudizio ordinario e condannata a nove anni di reclusione: uno in più di quelli chiesti dal pubblico ministero. La sentenza era stata confermata in appello ed è diventata definitiva il 3 aprile, quando la Procura della Repubblica ha emesso un ordine di carcerazione. I due imputati sono stati rintracciati ieri pomeriggio nella loro abitazione di San Vito, dove si erano trasferiti da qualche anno. Al termine delle formalità di rito, i due sono stati trasferiti nel carcere di Cagliari dove sconteranno la pena.

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