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Sassari

Via per 2 mesi, ritorna a casa e la trova occupata da una famiglia: donna si incatena

di Nadia Cossu
Via per 2 mesi, ritorna a casa e la trova occupata da una famiglia: donna si incatena

Sassari, il dramma di una 40enne partita in Sicilia per cercare lavoro. Al rientro in città scopre di non avere più un tetto. Tutte le sue cose sono state buttate via - FOTO

11 maggio 2014
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SASSARI. Ha paura, si avvicina la notte e ha freddo, ha anche dolori per via dell’aggressione subita alcuni giorni fa, ma davanti a chi le ha “rubato” la sua casa tira fuori tutta la forza che possiede. Tra quelle mura c’è il pezzo più importante della sua vita: le fotografie dei figli, i vestiti, i mobili. «O almeno credevo ci fossero, prima di ritrovare tutto dentro un cassonetto della spazzatura».

La storia di Deborah, quarantenne sassarese, ha dell’incredibile. La donna va in Sicilia per due mesi a cercare lavoro e quando torna a Sassari trova la casa occupata da altri: «Circa dieci persone si sono impossessate del mio appartamento – ha raccontato ieri – ci sono adulti e bambini. Non vogliono andare via, mi hanno minacciato più volte e anche aggredito». Deborah ha provato a farsi restituire ciò che le spetta di diritto, considerato che quella casa le era stata assegnata anni fa dal Comune di Sassari per via della posizione acquisita nella graduatoria degli alloggi popolari.

L’appartamento si trova al primo piano di una palazzina Area in via Naitana, a Li Punti. Ieri mattina la quarantenne ha preso la sua decisione, irremovibile: si è fatta dare delle coperte e si è sdraiata nel cortile interno del palazzo, poi nel pomeriggio si è incatenata alla recinzione: «Non mi muoverò da qui fino a quando non potrò riavere la mia casa. Non mangerò né berrò». La donna ha fatto anche tutti i passi che la legge impone in situazioni di questo tipo: denuncia in questura e denuncia alla Procura della Repubblica. In via Naitana nei giorni scorsi sono andate diverse pattuglie di carabinieri, polizia e polizia municipale. «Ma sembra che tutti abbiano le mani legate se non c’è un provvedimento del magistrato. È un paradosso inaccettabile: a nessuno importa che io dorma all’aperto mentre questi “abusivi” abitano liberamente a casa mia tra le mie poche cose rimaste lì dentro». In realtà, stando al racconto di Deborah, sembrerebbe che ad aver fatto sparire i suoi effetti personali e parte degli arredi – divano, lavatrice, specchi, quadri, mobile del soggiorno – sia stata una precedente inquilina: «Ho commesso l’errore di ospitare una conoscente in difficoltà mentre io ero a Palermo. Quando sono tornata ho scoperto che era stata cambiata la serratura, che aveva fatto entrare queste altre persone e che erano scomparse le mie cose, non c’è più un mio vestito lì dentro». Ha potuto verificarlo l’unica volta in cui è riuscita a entrare a casa: «Ho controllato nelle stanze, non c’è quasi più nulla. Ma come può la gente arrivare a tanto? Ho provato a convincere questi nuovi “inquilini” ad andarsene, per tutta risposta sono stata aggredita, mi hanno strattonato e sbattuto contro il muro. Al pronto soccorso mi hanno assegnato venti giorni di cure». In serata alla donna era stata assicurata la visita di un collaboratore di Nicola Sanna, assessore alle Politiche abitative nella giunta Ganau, «ma non si è visto nessuno – ha detto disperata alle 21 – è notte e io ho paura che mi possano fare del male».

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