La Nuova Sardegna

Sassari

Morte al Civile, medici in aula

Morte al Civile, medici in aula

Una paziente era stata ricoverata dopo un incidente stradale e poi era deceduta

11 giugno 2014
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SASSARI. Giuseppina Ledda, bancaria di Bessude di 45 anni, morì 14 giorni dopo il ricovero all’ospedale Civile di Sassari dove era stata trasportata in seguito a un brutto incidente stradale: era il 20 ottobre del 2010.

Per questo fatto sono finiti a processo per omicidio colposo alcuni medici dell’ospedale civile (altri cinque sono stati assolti con rito abbreviato). La bancaria, madre di tre figli, era stata ricoverata con la frattura di entrambi i femori ed era stata operata. La morte però fu causata da un’emorragia interna provocata da una lesione al fegato. Secondo il pm Carlo Scalas i medici non avrebbero approfondito con esami specifici il quadro clinico della paziente. Sul banco degli imputati sono rimasti Sandra Puggioni, 47 anni; Tonino Zirattu, 49; Giorgio Patta, 56; Daniela Pistidda, 42; Pier Paolo Porqueddu, 41 (difesi dagli avvocati Antonio Meloni, Gian Comida Ragnedda, Sara Migliore, Paolo Vinci, Marina Canu, Giorgio Murino e Marcello Masia). I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l’avvocato Giuseppe Conti.

Nell’udienza davanti al giudice Salvatore Marinaro, ieri sono stati sentiti altri due medici imputati che, come in precedenza avevano fatto altri due colleghi (la Pistidda che addirittura quei giorni era in ferie e Porqueddu) hanno chiarito la propria posizione per dimostrare che nulla avrebbero potuto fare per salvare la vita alla donna. Patta ha spiegato che nel periodo dal 6 al 20 ottobre (giorno del decesso) aveva lavorato solo 4 giorni ma soprattutto mai aveva visto la paziente perché lui stava in una sezione diversa e quando è capitato che fosse di guardia non era mai stato chiamato per visitarla. Stesso discorso per il collega Tonino Zirattu: «Ho visto la signora Ledda il giorno dell’operazione e non presentava alcun problema, l’ho rivista in seguito ma mai mi sono state segnalate anomalie». Alla domanda dell’avvocato di parte civile, Conti: «Perché, pur essendo una politraumatizzata reduce da un incidente stradale frontale non è mai stata sottoposta a Tac?» la risposta del medico è stata: «Non presentava problemi clinici che richiedessero quell’esame». Rinvio al 21 ottobre. (na.co.)

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