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Presidio contro l’esproprio dell’azienda Camboni

Presidio contro l’esproprio dell’azienda Camboni

ARDARA. Ancora un rinvio per l’esproprio dell’azienda agricola Camboni di Ardara, dove ieri mattina al suo arrivo l’ufficiale giudiziario si è trovato davanti un presidio di un centinaio di persone...

16 luglio 2014
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ARDARA. Ancora un rinvio per l’esproprio dell’azienda agricola Camboni di Ardara, dove ieri mattina al suo arrivo l’ufficiale giudiziario si è trovato davanti un presidio di un centinaio di persone composto da militanti di Bardania Natzionale e del Movimento Pastori Sardi.

L’azienda, come si ricorderà, era stata venduta all’asta qualche tempo fa dopo anni di trattative per il mancato saldo di una vecchia rata con il Monte dei Paschi di Siena, ma i proprietari - che per anni non hanno mai rifiutato di pagare ma hanno dovuto chiedere, inutilmente, delle dilazioni - non hanno intenzione di lasciare la propria azienda, che è anche l’abitazione della famiglia Camboni composta da marito, moglie e due figli; in questo sostenuti dai due movimenti.

Ieri mattina già dalle otto della mattina cinque trattori bloccavano l’accesso all’azienda, e un nutrito gruppo di persone impedivano l’ingresso sotto gli occhi di carabinieri e digos. C’è stato solo qualche nervosismo all’inizio, verso le dieci all’arrivo dell’incaricato di notificare il precetto di perdita di possesso per vendita dell’azienda in asta giudiziaria, ma nel giro di un’ora l’ufficiale ha lasciato il luogo dopo che per la seconda volta Bardania (ieri anche con il forte supporto del Movimento Pastori) ha dichiarato che l’azienda non è più in possesso della famiglia Camboni ma del gruppo, che ne ha dichiarato l’occupazione già dal mese scorso - data della prima visita dell’ufficiale giudiziario.

Il notificatore non ha comunque lasciato il posto prima di aver fissato entro breve un incontro con la famiglia Camboni per discutere della situazione e per valutare come procedere per tentare di evitare il provvedimento o comunque per venire incontro alle esigenze della famiglia, che, come detto, ha in quell’azienda la sua residenza e la sua fonte di reddito.

L’azienda Camboni, di 65 ettari, con fabbricati rurali, celle frigo per il latte, valutata 850mila euro, è stata aggiudicata all’asta per 156mila euro in seguito alla procedura di sequestro avviata dal Monte Paschi di Siena quando la famiglia, nel 2006, a causa di una annata a dir poco disastrosa, non era riuscita a pagare completamente una vecchia rata di 25 milioni di lire.

Una lunga storia, come ce ne sono tante soprattutto nel mondo della piccola e media impresa - agricola, artigianale, commerciale - categoria tra le più tartassate in quest’epoca di crisi. (b.m.)

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