La Nuova Sardegna

Sassari

Rapina di Sant’Orsola, tre in carcere

di Pinuccio Saba
Rapina di Sant’Orsola, tre in carcere

Catturati dalla squadra mobile i presunti autori dell’aggressione ai danni di Giuseppe Mura, titolare di alcuni market

16 luglio 2014
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SASSARI. Sono andati a prenderli all’alba, in un’azione coordinata che ha visto all’opera gli uomini delle questure di Sassari e Nuoro, e dei commissariati di Ozieri e Macomer. Per gli investigatori della squadra mobile sassarese non ci sono dubbi: sono loro i componenti della banda che la sera dello scorso 22 febbraio avevano picchiato e rapinato Giuseppe Mura, figlio del titolare di alcuni supermercati Crai ed Eurospin di Sassari. Su ordine di carcerazione emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sassari Antonello Spanu, sono finiti in carcere Giovanni Sanna, 48 anni, allevatore di Macomer; sui nipote e figlioccio Costantino Loi, nato a Ghilarza 26 anni fa ma residente ad Padria e Domenico Soro, servo pastore di 33 anni, originario di Ozieri ma residente ad Ardara.

L’agguato. La sera del 22 febbraio, poco dopo le 22, Giuseppe Mura, di 38 anni, sta rientrando a casa, una villetta nel quartiere residenziale di Sant’Orsola. È un sabato e con se ha una parte dell’incasso del fine settimana: poche migliaia di euro che servono per comprare i regali alle nipoti e per le spese di famiglia. Dopo aver parcheggiato l’auto si dirige verso il portoncino di casa, ma dall’oscurità sbucano due persone che lo aggrediscono, gli coprono la testa con un giubbotto, lo colpiscono selvaggiamente, lo spingono verso un angolo del giardino. Giuseppe Mura teme che si tratti di un tentativo di sequestro, si divincola, addenta la mano di uno degli aggressori. Una reazione che obbliga i due banditi a darsi alla fuga dopo esser riusciti a farsi consegnare un ben magro bottino (rispetto a quanti speravano), un migliaio di euro.

Le indagini. Dieci minuti dopo l’aggressione il cortile dell’abitazione di Giuseppe Mura pullula di poliziotti: uomini della squadra volante, uomini della squadra mobile guidati dal vice questore Bibiana Pala. E cercano di farsi raccontare a caldo da Giuseppe Mura quanto è accaduto, a caccia di qualche particolare che possa portare a individuare i due rapinatori. E subito c’è una prima novità: i banditi erano tre, due si erano nascosti nel giardino della villetta, un terzo faceva da palo. Informazioni, aggiunte alla lacunosa descrizione dell’aspetto fisico dei due aggressori avrebbero obbligato gli uomini della squadra mobile a una lunghissima indagine con i vecchi sistemi.

Il colpo di scena. Una pattuglia delle “volanti”, durante un giro di controllo subito dopo la rapina, nota che le telecamere di sorveglianza di un minimarket, alle spalle dell’abitazione di Giuseppe Mura. Proprio la strada scelta dai banditi per fuggire. Se le telecamere sono in funzione, ipotizzano gli investigatori, potrebbero aver ripreso i banditi in fuga. La conferma arriva dall’esame dei nastri che fa vedere tre uomini in fuga, e di uno di loro si vede chiaramente il volto. Le indagini sono sempre un lavoro di squadra e stavolta sono gli uomini della Prima sezione Criminalità Organizzata della questura sassarese a fornire l’indicazione determinante: una delle persone in fuga è Giovanni Sanna, allevatore di Macomer attenzionato nel corso dell’inchiesta sul sequestro di Titti Pinna, vicenda alla quale era poi risultato estraneo. L’allevatore è infatti fratello di Francesca Sanna, imputata nell’inchiesta bis per il rapimento dell’imprenditore di Bonorva. Da quel riconoscimento in poi, il lavoro della squadra mobile diventa quasi di routine: controlli, accertamenti, verifiche. Non manca il ricorso alle moderne tecniche di indagine, como il controllo dei telefonini dei tre sospettati che al momento dell’aggressione a Giuseppe Mura, sono “agganciati” a una cellula che serve il quartiere di Sant’Orsosola.

Il blitz. Una volta avuto il via libera dal gip, al quale il pm Gianni Caria aveva chiesto l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare di carcere, è scattata l’operazione che ha portato all’arresto dei tre. Un’operazione portata a termine prima dell’alba, con gli uomini della questura sassarese e dei commissariati di Ozieri e Macomer che hanno agito contemporaneamente. Un blitz perfetto, come hanno spiegato il capo della squadra mobile Bibiana Pala e il dirigente della Prima Sezione Roberto Piliu nel corso della conferenza stampa che si è tenuta in questura. Gli ultimi accertamenti saranno di natura scientifica con le analisi delle tracce biologiche repertate nella villetta di Sant’Orsola. Nel frattempo Giovanni Sanna, Domenico Soro e Costantino Loi (che sul mignolo sinistro ha ancora i segni di un morso) sono stati rinchiusi nel carcere di Bancali.

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