La Nuova Sardegna

Sassari

Una spiga per contrastare il termodinamico

Una spiga per contrastare il termodinamico

I membri del comitato di Cossoine hanno raccolto il grano seminato nelle terre di Su Padru

30 luglio 2014
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COSSOINE. Non c’è niente di più emozionante di una distesa di spighe dorate, di un campo di grano che diventerà farina, e poi pane, e poi vita. Così, quando i componenti il Comitato per il no al termodinamico a Su Padru, si sono trovati di fronte a quel miracolo della natura, che trasforma pochi chicchi di grano in un ondeggiante mare giallo, hanno provato non poca commozione. Perché quello era il risultato del loro lavoro e perché, soprattutto, quella distesa di grano era la risposta più sana, più evidente, più inoppugnabile, di quale sia la vera vocazione della piana di Su Padru, di quanto quelle spighe siano “con la natura”, e di quanto, al contrario, gli specchi e l’acciaio che i signori della green economy vorrebbero piantare su quei campi, siano “contro la natura”. Era stata un’azione dimostrativa, quella del comitato, nel seminare a grano un appezzamento messo a disposizione da uno dei suoi membri. Un’azione che già al momento dell’aratura, e poi della semina, aveva creato una forte emozione in coloro che vi avevano partecipato, proprio perché quegli atti andavano ben al di là della loro evidenza concreta, e rimandavano ad un ancestrale legame con la terra, ed alla volontà di difendere in tutti i modi ciò che quel legame rappresenta. E ora, al momento della mietitura e del raccolto, quella scommessa si è trasformata in sacchi di grano, e poi diventerà farina e pane, da consumare in un rito collettivo, possibilmente con tutti gli altri comitati della Sardegna, per riaffermare le ragioni di una lotta che ormai in tutta l’isola ha risvegliato sensibilità, passioni, impegno civile. Ha dato anche una buona resa, quel fazzoletto di circa duemila metri quadri, soprattutto se si considera che nessuno dei componenti il comitato fa l’agricoltore di professione, e che gli impegni quotidiani non hanno consentito loro di prestare grandi cure alla crescita delle spighe. Sono stati raccolti sei quintali di grano, che proiettati su un ettaro fanno 30 quintali, a conferma della risaputa qualità di quei terreni, e delle loro importanti potenzialità produttive. «Ma il nostro intento - affermano i componenti il comitato per il no al termodinamico - era anche quello di sensibilizzare altri agricoltori e di convincerli a tornare a coltivare le terre di Su Padru (risultato, peraltro, in parte ottenuto) per dimostrare con fatti concreti, oltre che con la straordinaria mobilitazione di popolo fin qui maturata, che un’altra ipotesi di sviluppo è possibile, che esistono alternative vere e attuabili allo stravolgimento dei luoghi e delle colture. Alternative - conclude il comitato - che anche in termini occupazionali, oltre che di rispetto dell’ambiente e di qualità della vita, offrirebbero opportunità ben più importanti di quelle di una megacentrale senza storia e senza futuro».

Mario Bonu

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