La Nuova Sardegna

Sassari

Così cade in pezzi la memoria della città

di Vincenzo Garofalo
Così cade in pezzi la memoria della città

Tra degrado e abbandono vanno in rovina preziose opere d’arte. Finisce a terra la lapide in ricordo di Pasquale Tola

02 settembre 2014
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SASSARI. All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne del cimitero monumentale di via San Paolo, Sassari è una città senza memoria. Vincolato dalla Soprintendenza, trascurato dai proprietari delle tombe, abbandonato dalle amministrazioni comunali, il camposanto costruito nel 1837 cade a pezzi. Non ci sono soldi per le manutenzioni straordinarie e allora decine di sepolture catalogate come monumenti, realizzate a suo tempo da insigni scultori per onorare famiglie nobili e illustri cittadini sassaresi, si consumano fra smog e intemperie, sbriciolate dal tempo che passa e dall’indifferenza di un’amministrazione costretta dalla perpetua spending review a guadare solo al futuro, e senza nemmeno troppe speranze.

Ogni mese fra i viali del cimitero monumentale si registrano nuovi casi di tombe abbandonate dai proprietari e opere d’arte sacrificate all’incedere del tempo. L’ultima vittima dell’inesorabile perdita di memoria storica è Pasquale Tola. In passato il Comune di Sassari fece apporre una lapide in onore del giurista e deputato sassarese morto a Genova (dove è sepolto) nel 1874. La lapide faceva bella mostra di sé nella tomba di Anna Maria Pilo Alivesi, proprio alle spalle del monumento in marmo bianco realizzato intorno al 1850 da Giambattista Callegari per la nobildonna sassarese. Ora quella lapide è crollata, giace in pezzi sul pavimento e nel muro resta uno squarcio dell’intonaco.

La tomba è abbandonata da anni, non ha proprietari, per cui la responsabilità è interamente del Comune. Ma nessuno si preoccupa di restituire dignità e onori a Pasquale Tola, almeno non al cimitero.

«Guardi, non ce ne eravamo accorti – spiega il direttore del cimitero, Michele Bonomi –. Ora provvedo immediatamente a segnalare il fatto agli uffici del settore Manutenzioni, ma tanto è tutto inutile, soldi non ce ne sono. Io sono qui da quattordici anni, e in tutto questo tempo non ho mai visto un solo centesimo messo a bilancio dall’amministrazione comunale per la manutenzione delle tombe. Non è previsto, a maggior parte sono private, quindi il Comune non può intervenire».

E poi c’è la Soprintendenza. «L’antico cimitero è stato dichiarato per l’appunto, monumentale – prosegue Bonomi –. È vincolato, e non si può smuovere un sasso senza l’ok del ministero. Noi interveniamo d’ufficio solo quando si creano situazioni di pericolo per l’incolumità delle persone. Se ci sono dei crolli isoliamo l’area. Non possiamo fare altro».

E di zone perimetrate con il nastro rosso e bianco nel cimitero monumentale ce ne sono parecchie. Come la cappella funebre della famiglia Cavanna, un enorme mausoleo da cui cadono pezzi di cornicione e calcinacci. «È così da questa primavera. Abbiamo avvisato i proprietari, ma non ci hanno nemmeno risposto», spiega il direttore. Ma i muri che delimitano il cimitero monumentale, non se la passano meglio, e quelli sono di proprietà comunale.

«Le risorse a disposizione del Comune sono davvero risicate, specialmente in questo periodo di tagli continui ai trasferimenti statali e regionali», spiega Luigi Polano: assessore alle Politiche per l'innovazione, servizi informativi, personale e Punto Città. «Nei prossimi giorni è previsto un vertice con la direzione del cimitero proprio per analizzare le problematiche relative alla gestione del camposanto, e prenderemo in considerazione anche il discorso manutenzioni – continua l’assessore –. Noi amministratori siamo i primi a provare dispiacere davanti al decadimento del cimitero monumentale, e l’episodio che riguarda la lapide di Pasquale Tola è emblematico. Cercheremo di fare tutto quello che è in nostro potere per migliorare la situazione, ma non possiamo promettere nulla prima di avere fatto tutte le verifiche tecniche ed economiche».

Aspettando le verifiche le crepe nei muri, lo sporco sui monumenti e il degrado del cimitero non si fermano, rischiando di far perdere a Sassari la sua storia e la sua memoria.

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