La Nuova Sardegna

Sassari

Bainzu Piliu si racconta in “Cella n° 21”

Sabato al Chiostro l’indipendentista ozierese presenterà il libro che racconta la sua vita avventurosa

04 settembre 2014
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OZIERI. Sarà una presentazione molto speciale quella che sabato prossimo Bainzu Piliu farà della sua autobiografia “Cella n° 21” a Ozieri, sua città natale. Parlare del libro nel quale egli ripercorre la sua vita e il suo impegno politico, senza tralasciare gli eventi più drammatici che lo hanno visto protagonista qualche decennio fa, ha infatti un significato particolare sia per l’autore che per i concittadini, soprattutto tra coloro che, per motivi anagrafici, hanno vissuto con partecipazione emotiva gli eventi di 30 anni fa. “Cella n° 21” sarà presentato sabato alle 19 nel chiostro di San Francesco in una conferenza che sarà arricchita dal contributo dell’assessore comunale alla Cultura Giuseppina Sanna e dei partecipanti al dibattito, moderato da Michele Calaresu e aperto al pubblico, che si attende numeroso considerando la notorietà dell’insegnante e uomo politico anche tra gli ozieresi e il grande interesse che suscita la vita avventurosa di Piliu. Ozierese trapiantato a Sassari, il professor Piliu fece parlare di sé fin dagli anni ’70, prima come esponente della frangia indipendentista del Partito Sardo d’Azione e poi, dal 1976, come fondatore e ideologo del Fronte per l’Indipendenza della Sardegna (il Fis). «Erano gli anni in cui tanti sardi ancora si vergognavano di parlare apertamente in limba - ricorda il coordinatore Michele Calaresu - e prevaleva in molti di essi un senso di inferiorità culturale nei confronti dei “continentali”.

In questo clima arroventato dagli Anni di Piombo, Piliu promosse una serie di iniziative politiche e culturali tese al rafforzamento dell’identità culturale del popolo sardo. Docente di Chimica nell’università di Sassari, sollecitò gli studenti a sostenere gli esami in sardo e nel 1981 e 1982 vi furono addirittura due tesi scritte e discusse in limba ed in italiano». La sua attività politica e il suo stile “sardo” inconfondibile, caratterizzato dall’esprimersi sempre in limba e dall’indossare l’abito tradizionale, lo resero un simbolo ma attirarono su di lui anche l’attenzione delle forze dell’ordine: nel 1982 fu arrestato con l’accusa di aver preso parte ad attentati dinamitardi e cospirazioni, o comunque di esserne l’ispiratore, e una volta condannato scontò una pena di 4 anni, parte ai domiciliari e parte nelle carceri di Cagliari e Sassari sempre in una cella numero 21, da dove nasce il titolo del suo libro.

Partendo dal racconto della sua vita e dal valore simbolico di quel “21”, nella conferenza si parlerà della storia e del ruolo attuale dei movimenti indipendentisti, tra errori e conquiste, e del concetto di indipendenza che in questo momento è presente nelle menti e nei cuori dei Sardi. (b.m.)

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