La Nuova Sardegna

Sassari

Tentata rapina alle Poste di Cheremule, assolti dopo quindici anni

di Nadia Cossu
L'ufficio postale di Cheremule
L'ufficio postale di Cheremule

L’assalto maldestro nell’ufficio del paese fu organizzato nel giorno di chiusura dell’ufficio, i due banditi solo dopo l’irruzione si resero conto che il locale era deserto

07 maggio 2015
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SASSARI. Il 4 ottobre del 2000 due banditi armati preparano l’assalto all’ufficio postale di Cheremule: il colpo è fissato per le otto del mattino. Uno sfonda la porta di ingresso e imbracciando il fucile si prepara all’incursione con il volto coperto da passamontagna. «Consegnate tutti i soldi!», si guarda intorno e con non poco stupore nota che l’ufficio è deserto, non c’è nemmeno un impiegato.

Il complice nel frattempo lo aspetta fuori, dentro una macchina, pronto per la fuga. Non sanno, entrambi, che quello è il giorno di chiusura dell’ufficio postale – che apriva a giorni alterni – e quindi fuggono a mani vuote.

Per quel colpo decisamente maldestro erano finiti sul banco degli imputati Francesco Carta, 36 anni, di Orotelli e Andrea Cappai, 35, di Silanus. Entrambi – assistiti dall’avvocato Pasqualino Federici – erano accusati di tentata rapina e del furto aggravato della Fiat Tipo usata per arrivare a Cheremule e risultata rubata il 2 ottobre dello stesso anno a Solarussa. Due giorni fa – a distanza di quindici anni dal fatto – il giudice Pintore ha assolto Carta e Cappai per non aver commesso il fatto. Il pubblico ministero Gianni Caria aveva chiesto una condanna a due anni e dieci mesi di reclusione.

La rapina mancata aveva fatto discutere e persino sorridere qualcuno. Perché l’apertura a giorni alterni dell’ufficio postale sarebbe dovuta terminare il 30 settembre, poi si era deciso di prorogarla per qualche altro giorno del mese di ottobre (scelta che in paese aveva anche creato qualche malumore). Evidentemente però i rapinatori non erano a conoscenza di questo cambio di programma e quindi tutti i loro piani sono saltati.

Il giudice monocratico di Sassari ha però stabilito che i rapinatori maldestri non erano Cappai e Carta.

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