La Nuova Sardegna

Sassari

«Non tentò di uccidere la ex», tre anni per lesioni aggravate all’agente di polizia penitenziaria Cozzolino

«Non tentò di uccidere la ex», tre anni per lesioni aggravate all’agente di polizia penitenziaria Cozzolino

Sassari, i primi di agosto dello scorso anno era finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della ex moglie

11 luglio 2015
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SASSARI. Ai primi di agosto dello scorso anno era finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della ex moglie. Due giorni fa Paolo Cozzolino, 47 anni, agente di polizia penitenziaria di Porto Torres, è stato scarcerato e per lui il giudice ha disposto solo l’obbligo di dimora. La decisione è arrivata all’esito del processo con una sentenza che lo ha condannato a tre anni di reclusione contro i sei anni e otto mesi chiesti dal pubblico ministero. Condanna alla quale si erano associati anche i legali di parte civile. Ma il giudice, accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Agostinangelo Marras, ha derubricato il reato in lesioni aggravate. Ha anche escluso la premeditazione e la crudeltà e ha assolto l’imputato dall’accusa di maltrattamenti perché il fatto non sussiste.

La vicenda risale alla scorsa estate: l’agente di polizia penitenziaria aveva aspettato la ex moglie Patrizia Nocera in via Sieni, a Sassari, dove la donna aveva parcheggiato l’auto per andare ad assistere una paziente ospite nella residenza per anziani che si trova in quella via. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, appena la donna si era avvicinata alla Citroen C1, Cozzolino l’aveva aggredita con un taglierino. L’uomo poi era scappato e aveva raggiunto la caserma, aveva suonato e si era consegnato ai militari convinto di aver ucciso la ex consorte. La custodia cautelare in carcere era stata disposta immediatamente dal giudice delle indagini preliminari Carla Altieri.

A conclusione del processo il legale Marras ha sollecitato una diversa contestazione di reato: lesioni e non tentato omicidio. Richiesta accolta. Cozzolino durante questi mesi era detenuto in un istituto di Iglesias. In un primo momento si trovava nel carcere di Tempio, un provvedimento assunto per questioni di opportunità, per evitare che finisse in una cella del carcere di Bancali, dove ha lavorato fino a poco tempo fa.

La sentenza di giovedì riabilita la sua posizione e, soprattutto, gli consente di tornare a casa. (na.co.)

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