La Nuova Sardegna

Sassari

all’interno di un capannone

Scoperta dai barracelli una discarica di inerti

Scoperta dai barracelli una discarica di inerti

PORTO TORRES. La compagnia barracellare ha scoperto nei giorni scorsi una discarica abusiva di inerti all’interno di un capannone che si trova nel territorio del Consorzio industriale provinciale....

31 luglio 2015
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PORTO TORRES. La compagnia barracellare ha scoperto nei giorni scorsi una discarica abusiva di inerti all’interno di un capannone che si trova nel territorio del Consorzio industriale provinciale. La squadra di vigilanza ambientale, infatti, stava effettuando da qualche giorni dei sopralluoghi mirati nella zona artigianale, precisamente nella via Giovanni Cabotto, notando un via vai di grossi camion che facevano la spola all’interno della struttura appartenente alla società “Sarda Leganti” attualmente in liquidazione. All’interno di uno dei due capannoni di proprietà della società, con sede legale a Thiesi, da molto tempo e a varie riprese si presentavano ignoti per scaricare sul pavimento centinaia di carichi di detriti e materiali di risulta provenienti da demolizioni e lavorazioni edili. In particolare resti di blocchi di cemento, laterizi vari, calcinacci da demolizione di intonaci e pietrame. «Dalle caratteristiche e dalle dimensioni dei carichi di materiali riversati – dice il comandante Giuseppe Muresu –, appare verosimile che gli ignoti hanno impiegato mezzi di media grandezza poiché i cumuli di detriti sono di circa tre metri di capienza: questo dimostra che i responsabili possono identificarsi tra i piccoli e medi impresari edili operanti nella zona».

Il comando dei barracelli sin dal momento della scoperta della discarica ha predisposto servizi di avvistamento al fine di sorprendere i responsabili degli scarichi, ma finora con esito negativo. Il rapporto di servizio è ora finito sulla scrivania del comandante della polizia locale: «Abbiamo chiesto di interessare la società proprietaria delle strutture e lo stesso consorzio provinciale – aggiunge Muresu –, ognuno per la sua parte di competenza, per rimuovere il materiale riversato abusivamente e mettere in sicurezza le strutture pericolanti realizzando idonea recinzione». (g.m.)

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