L’addio della “sua” Sassari all’ex sindaco Raimondo Rizzu
Cerimonia funebre officiata dall’arcivescovo Atzei nella chiesa di Sant’Agostino
SASSARI. Sulla bara un cuscino di rose bianche e la bandiera del gremio dei Viandanti. Nella chiesa di Sant’Agostino si è consumato l’ultimo affettuoso saluto all’ex sindaco Raimondo Rizzu, spirato nella notte tra sabato e domenica. L’arcivescovo Paolo Atzei ha concelebrato la messa riservando parole di stima all’amico «conosciuto da bambino», al politico sempre a disposizione di tutti, all’uomo di fede e di cultura. Banchi tutti occupati dai familiari commossi e composti, dagli amici di lunga data, dai colleghi avvocati e dai compagni della lunga stagione politica di Rizzu. Dai gremianti che hanno accolto il feretro all’ingresso della chiesa. La Corale Canepa che ha accompagnato il rito funebre.
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Sull’altare insieme con padre Paolo, monsignor Pietro Meloni, vescovo emerito che, unico prelato, ricevette il Candeliere d’oro inventato proprio da Rizzu insieme al giornalista Stefanelli. E poi padre Francesco Sechi, l’amministratore parrocchiale di Sant’Agostino don Antonello Muscas, padre Stefano Cogoni, priore di San Pietro in Silki, don Diego Pinna, rettore del seminario arcivescovile, padre Ettore Floris e don Angelo Demontis.
C’era, insomma, tutta la Sassari che all’avvocato Rizzu voleva bene, ieri pomeriggio, durante la cerimonia funebre. La Sassari verace, quella a cui lui era intimamente legato, e di cui si era messo a servizio, i sei ex sindaci che sono venuti a rendergli omaggio (Giovanni Brianda, Benito Saba, Marco Fumi, Franco Borghetto, Nanni Campus e Gianfranco Ganau). E c’era anche l’attuale, Nicola Sanna, il presidente del consiglio comunale, Antonio Piu, assessori attuali e del passato in cui da Palazzo Ducale, l’avvocato Rizzu governava la città.
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«Un grande uomo e un grande sindaco, a cui devo preziosi suggerimenti», lo ricorda il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau. Stesse ricordo da parte di Nicola Sanna: «Con lui mi sono consultato quando ho deciso di assegnare anche il Candeliere di bronzo e ho trovato incoraggiamento».
Padre Atzei ne ha esaltato l’onestà, la sua «intensa appartenenza alla città e la profonda umanità,». Per quello che fè stato il più sassarese dei sindaci, parole di elogio non di circostanza. In conclusione: «Speriamo che ora ad accoglierlo sia il Santo Papa Giovanni Paolo II, che lui accolse in città nell’ottobre dell’85».