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Turismo da record in provincia di Sassari, la crisi sta finendo

di Andrea Massidda
Turismo da record in provincia di Sassari, la crisi sta finendo

I dati di Federalberghi-Confcommercio svelano che gli hotel sono quasi pieni. Boom in Riviera ma cresce anche l’entroterra

09 agosto 2015
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SASSARI. La crisi dell’industria delle vacanze? Se i dati registrati a luglio nelle strutture ricettive del nord-ovest della Sardegna saranno confermati anche nella seconda parte di agosto e a settembre, si potrà ufficialmente dichiarare finita. E i presupposti perché ciò avvenga ci sono tutti. A dirlo sono i numeri - positivi oltre ogni aspettativa - elaborati da Federalberghi-Confcommercio, che riunisce 81 hotel e residence su 90 attivi nell’area vasta di Sassari.

Giusto per intendersi: nell’ultimo mese preso in esame (luglio, appunto) l’indice di occupazione dei letti disponibili ha toccato l’80,93 per cento, con la Riviera del Corallo che ovviamente fa da traino (86 per cento), ma con quote straordinarie rilevate anche nel resto del territorio (68,30 per cento), compresa la zona dell’entroterra. Nonostante l’annoso problema dei trasporti, vera e propria zavorra per l’intera isola, la ripresa è dunque in atto, e questo è dimostrato anche dal fatto che i prezzi medi delle camere d’albergo sono ritornatia salire dopo otto anni di stand-by (il che per gli imprenditori del comparto è un ottimo segnale).

Il campione. Oggetto del campionamento sono stati 24 hotel e residence distribuiti tra Sassari, Alghero, Stintino, Castelsardo, Valledoria e le aree interne. I posti letto presi a base d’analisi sono stati 4.392, quindi 136.152 su base mensile. «Da queste parti un indice di occupazione letti così elevato non si vedeva da anni - commenta il presidente di federalberghi.Confcommercio per la provincia di Sassari - e tutto questo non può che farci bene sperare . È chiaro che non dobbiamo mai abbassare la guardia, c’è sempre molto da lavorare, i numeri ci dicono che la direzione è quella giusta e che il nord-ovest della Sardegna non ha perso il suo grande appeal».

Boom di stranieri. Sempre secondo i dati di federlberghi, a luglio gli arrivi sono stati 26.864 (7.464 italiani e 19.399 stranieri). «Di conseguenza - continua Visconti - le presenze nazionali sono state 25.650, mentre quelle provenienti dall’esteroi, prevalentemente dai mercati europei, sono state 84.532, per la bella somma di 110.182 presenze soltanto nel nord ovest dell’isola. Significa che la percentuale attribuita alle presenze nazionali è del 23,28 per cento e quella atribuita agli stranieri è invece del 76,72 per cento». È un altro dato molto importante della rilevazione: «Il mercato nostrano, pur sempre il primo riferimento per gli albergatori isolani, si accontenta oramai di una quota di maggioranza relativa. Tedeschi, inglesi e francesi, al contrario, incrementano le loro presenze sul territorio».

Previsioni. I radar degli operatori turistici ora sono tutti su punatti su agosto, quando ci si aspetta ilo consueto incremento di vacanzieri. Restano ancora posti liberi nelle settimane centrali del mese, ma soltanto nelle strutture dove le tariffe sono meno abbordabili per via dell'altissima stagione, ma è verosimile che a cavallo di Ferragosto si andrà verso il tutto esaurito. E proposito di costi, anche se il prezzo medio delle camere è al di sotto del 25 percento rispetto ai listini del 2007 (l’ultimo anno prima della crisi) , quindi per i ricavi aziendali questo è fattore negativo, l’aspetto positivo (per gli operatori e per l’economia locale, è ovvio) è invece che rispetto a luglio del 2014, il costo delle camere è tornato a salire, seppure lievamente (5 per cento) .

La zavorra dei trasporti. «Per i titolari di hotel è un ulteriore e inequivocabile fattore di ripresa», spiega Visconti che conclude la sua analisi con una considerazione su questi dati e sulla vera zavorra che impedisce il decollo definitivo. «Purtroppo - dice - raggiungere l’isola è acnora difficile, ed è un peccato: se la Sardegna è presa d'assalto dai vacanzieri significa che la nostra terra è meta desiderata. Di contro è innegabile che un sistema trasporti ancora carente crei problemi allo sviluppo dell'economia turistica, e delle molte altre che quest'ultima fa camminare. È necessario trovare una soluzione ».

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